La Nuova Sardegna

I cinesi investono sul latte ovino sardo

di Stefano Ambu

La Alimenta stringe un accordo per una joint venture con la Blue River, gigante cinese del settore

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CAGLIARI. Da Macomer con furore alla conquista della Cina. E dalla Cina con (altrettanto) furore alla conquista di Macomer. Alla Sardegna interessano i mercati asiatici, agli imprenditori orientali i buon prodotti delle campagne e degli allevamenti dell'isola. In poche parole il latte di pecora. E questi sono stati verosimilmente i presupposti della joint venture tra Minoter del gruppo Cualbu con Alimenta, stabilimento nel Marghine, e la Blue River Diary, gruppo cinese che si è già allargato alla Nuova Zelanda e che opera nel settore della produzione di latte formulato per l'infanzia a base di ingredienti ovini e caprini. Macomer rimane centrale nel progetto. Lo stabilimento del Marghine sarà, anche in vista della ribalta internazionale, rafforzato e rinnovato. E da lì partirà l'invasione di prodotti Alimenta negli scaffali di mezzo mondo. Anche perché il presidente del gruppo asiatico Yuanrong Chen ha annunciato investimenti per 50 milioni di euro. Con la Sardegna sempre al centro: «Viene valorizzata la cultura delle pecore – dice l'imprenditore cinese –. La Sardegna ha qualcosa di speciale». Non solo, le ambizioni non si fermano all'allargamento del mercato. Tra gli obiettivi primari dell'accordo- nel lungo periodo- c'è anche quello di produrre direttamente in Sardegna latte per l'infanzia. E questo farebbe di Alimenta il primo produttore europeo di latte di pecora per bambini. Intese tra privati che piacciono anche al pubblico. Sull'operazione è scesa la benedizione della Regione che tra l'altro segue le trattative dai primi incontri. «Questo accordo è motivo di soddisfazione. È un'iniziativa coerente con le politiche di internazionalizzazione e attrazione degli investimenti che la Giunta porta avanti – dice il governaotre Francesco Pigliaru –. Sappiamo che la Sardegna ha i prodotti e altri hanno i mercati. Un salto in avanti fondamentale per il nostro agroalimentare». Ottimista anche l'assessore regionale all'Agricoltura Elisabetta Falchi «È stata scelta un'azienda sarda – dice –. La Sardegna attira investimenti stranieri. Una grande occasione di crescita. I nostri allevatori hanno raggiunto un’eccellenza qualitativa perché da anni la Sardegna produce con molta attenzione al benessere degli animali».

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