La Nuova Sardegna

Sbagliata la mira: il turismo non cresce a traino dell’edilizia

SANDRO ROGGIO
Sbagliata la mira: il turismo non cresce a traino dell’edilizia

Ho molte perplessità sul disegno di legge sull' urbanistica. Non mancano idee interessanti tra i 113 articoli, ma purtroppo lo spirito selvaggio del piano-casa è un tratto caratterizzante la proposta...

01 aprile 2017
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Ho molte perplessità sul disegno di legge sull' urbanistica. Non mancano idee interessanti tra i 113 articoli, ma purtroppo lo spirito selvaggio del piano-casa è un tratto caratterizzante la proposta del governo Pigliaru. Berlusconi non avrebbe mai immaginato un successo tanto strepitoso del format inventato nel 2009 (da lui in persona). Né che la sua tesi sullo sviluppo eccitato dall'edilizia libera, sarebbe stata fonte d'ispirazione, e non solo a destra. E chissà la gioia: una legge sarda della sinistra che alimenta il sogno di spolpare l'odiato Ppr di Soru. Prevedibile dalle capriole della coalizione a guida Pd. Prima schierata contro il piano-casa di Cappellacci - "piano villetta", "grande inganno","illegittimo" (resoconto del Consiglio n. 41 - 25/9/2009). Poi principale artefice di un piano-casa2.

Memorabile l'incidente nel corso del dibattito sulla legge n.8/2015, l'emendamento di FI - obiettivo la lievitazione delle case nelle zone F turistiche - approvato con il voto segreto di consiglieri della sinistra ("la meraviglia di essere simili"). Quindi il dietrofront imposto da Pigliaru; la figuraccia compensata dal giuramento di salvaguardare la "fascia costiera", non solo la parte più vicina al mare. E invece rieccolo nel Ddl il rinnovato "entusiasmo contro il tabù dei 300 metri" - ha scritto qui Manlio Brigaglia. "Con la scusa del turismo hanno fatto più danni di undici secoli di invasioni moresche". Il turismo non cresce a traino dell'edilizia: inutile l'ampliamento ciclico delle dotazioni ricettive a scapito di luoghi tutelati. Nessuna garanzia che gli alberghi, ingranditi con Spa o balere pop, rimangano aperti oltre l' estate. Tant'è che pure quelli più attrezzati chiudono a settembre. Aspirazione realizzabile, si sa, incrementando i mezzi di trasporto a costi ragionevoli.

Si rischia di sbagliare la mira, da tenere "assai più alta" come sapevano gli arcieri prudenti di Machiavelli. Ma pure di eludere sentenze recenti della Consulta sul primato della pianificazione paesaggistica rispetto ad altre attività economiche nel territorio. Ed è possibile che nel Ddl ci siano vari articoli con contraddizioni, meritevoli di approfondimenti da parte del Consiglio. Uno in particolare. È l'articolo 43 secondo il quale "programmi e progetti ecosostenibili" possono essere promossi a giudizio della Giunta. Destabilizzante fin d'ora, e si pensi all'uso che ne potrebbe fare domani un governo spregiudicato. Temo, al di là dei titoli rassicuranti, che i "programmi e progetti ecosostenibili" possano avere la dominante edilizia nonostante gli auspici della Giunta. So che saranno voluminosi e verosimilmente in contrasto con il Ppr. Per cui occorrerà addomesticarlo, aprendo varchi dove/quando serve. Confidando nel via libera del Mibact che difficilmente potrà concorrere alla colpa (e al ridicolo) di fare eccezioni in un quadro paesaggistico omogeneo. Sarebbe meglio non caderci nell'abisso della der. egolazione forever, sempre condannata dagli studiosi fuori e dentro le accademie (ora non so). Anche perché non ci mancano esperienze importanti. Come la disavventura dei piani territoriali paesistici di una ventina di anni fa, il flop degli "accordi di programma" nella cornice della sfigata Legge 23 del 1993. Basta scorrere le sentenze di Consiglio di Stato e Tar (ricorso di Grig): i Ptp cassati per alto tradimento dei principi di tutela. Spero che i "programmi e progetti ecosostenibili" non stiano in quel solco, impegnando la politica in un estenuante conflitto (ricordate il masterplan di Costa Smeralda ?). Il buon senso suggerisce di evitare che ogni territorio rivendichi il proprio progetto in deroga. Sarebbe il caso di ritirare l'articolo controverso. Aiuterebbe il confronto, utile per migliorare il Ddl a partire dalle norme sul territorio agricolo. Meglio una legge lungimirante, per "la sostenibilità di lungo periodo", come consiglia il prof Pigliaru nei suoi libri; e chiusa alle ingerenze degli illusionisti di questi brutti tempi.

* architetto, urbanista

e saggista

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