La Nuova Sardegna

Metanizzazione dell’isola Snam presenta un progetto 

Metanizzazione dell’isola Snam presenta un progetto 

Al Mise e in Regione c’è già la proposta della Società gasdotti Italia A sorpresa si inserisce il colosso: inviata una nostra offerta. Si scelga la migliore

14 giugno 2017
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SASSARI. Forse è troppo presto per parlare di una guerra del gas. O meglio del tubo del gas. Ma la realizzazione della dorsale del metano potrebbe ritornare in discussione. 400 chilometri che attraverseranno l’isola e porteranno il metano nelle case di tutti i sardi. La costruzione della mega condotta sembrava già assegnata alla Società Gasdotti Italia, Sgi, che ha presentato, nei propri piani decennali di sviluppo 2015-2024 un progetto di sviluppo in tre fasi della dorsale sarda e delle linee regionali di collegamento, più o meno altri 200 chilometri. Servono all’allaccio dei principali bacini di consumo costituiti da aree industriali e da reti di distribuzione già esistenti, tra cui le aree di Cagliari, Sassari e del Sulcis. E in un secondo tempo anche di Olbia. Su richiesta della Sgi il progetto è stato inserito dal Mise nelle reti nazionale e regionale del gas. In Regione è in corso la valutazione ambientale della prima fase del progetto, che riguarda la sezione centrosud: Oristano–Cagliari–Sulcis. 195 chilometri in tutto. In altre parole tutto sembrava avviato verso un assegnazione alla Sgi. Ma un po’ a sorpresa anche Snam rete gas ha presentato una sua proposta. Il colosso è interessato a realizzare la dorsale di trasporto e a gestire il sistema integrato di trasporto e stoccaggio. Per questo: «Ha richiesto l’inserimento nella rete nazionale e nella rete regionale dei gasdotti della dorsale di trasporto e delle opere di interconnessione alle reti di distribuzione. Anche il progetto Snam prevede la realizzazione per fasi di 390 chilometri di rete, più altri 200 di rete regionale». A maggio Snam ha presentato alla Regione la documentazione per la valutazione di impatto ambientale della prima fase del progetto per lo screening preliminare previsto dalla normativa regionale. La società sembra convinta di avere tra le mani l’offerta migliore. «È evidente che, in assenza di una convergenza autonoma dei due progetti di dorsale Mise e Regione dovranno avviare un’analisi comparativa delle iniziative, in base a criteri oggettivi per autorizzare solo il progetto ottimale anche sotto l’aspetto della analisi costi - benefici complessiva della metanizzazione dell’isola».

Snam rientra in corsa e punta forte sul progetto. Lo ha inserito nella Strategia energetica nazionale. In altre parole gli interventi di sviluppo per i prossimi anni. Il motivo forse è semplice. Solo per la costruzione della dorsale sono disponibili 400 milioni di euro. Ma l’intero progetto con bretelle, depositi e rigassificatori è di un miliardo e 578 milioni di euro. Uno dei punti forti del Patto per la Sardegna. La metanizzazione dell’isola è in cima alle richieste di Confindustria e sindacati. Entrambi vedono in questo processo di ammodernamento un punto fondamentale per consentire alla Sardegna di superare il gap del costo dell’energia. Un ostacolo che da sempre condanna le imprese sarde una scarsa competitività produttiva. (l.roj)

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