La Nuova Sardegna

Il caldo spinge il consumo di gelato, in Sardegna 550 imprese

Il caldo spinge il consumo di gelato, in Sardegna 550 imprese

Ma il mercato è in crescita anche fuori stagione grazie ai nuovi gusti

29 giugno 2017
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CAGLIARI. Con l'aumento del caldo cresce anche il consumo dei gelati, soprattutto artigianali, un mercato che non conosce crisi neppure in periodi più freschi. Il settore, che in Sardegna conta circa 550 imprese, un tempo strettamente legato all'estate, si sta sempre più destagionalizzando. Lo rileva la Cna Alimentare Sardegna. Pioniere dell'innovazione fuori stagione, le gelaterie di Pula, che negli anni Ottanta hanno spopolato con il classico «arrescottu e nuxedda» (ricotta e nocciola) o con il gusto «figu morisca» (fico d'india). Oggi le piccole gelaterie artigianali si spingono verso abbinamenti sempre più originali.

Ed ecco che a Oristano si sperimentano i gelati alla vernaccia e al mostacciolo, a San Sperate quelli alla pesca e pecorino e qualcuno azzarda anche pomodoro, culurgione e corbezzolo. Il boom dei consumi spinge a sperimentare non solo nuovi gusti ma anche ad adeguarsi ai particolari regimi alimentari, alle sempre più frequenti intolleranze e alle scelte etiche. Si arriva così al gelato vegano, senza glutine, senza uova, senza lattosio e senza zucchero. La spesa pro capite annuale di ogni sardo in gelati è di circa 80 euro.

«Quello del gelato è un settore molto interessante da molti punti di vista - osserva Alessandro Mattu, presidente di Cna Alimentare Sardegna - ma i giovani non cadano nell'errore di pensare che aprire una gelateria e farla lavorare bene sia un gioco. È un tipo di lavoro che richiede grande preparazione, passione, amore per il prodotto e spirito di sacrificio. Il consumatore chiede un prodotto di grande qualità e di ottimo gusto: la mediocrità e l'improvvisazione non sono ammesse».

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