La Nuova Sardegna

Deposito scorie nucleari: polemica

Deposito scorie nucleari: polemica

Gli ambientalisti: Regione in ritardo. L’assessore Spano: abbiamo già detto no

09 agosto 2017
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SASSARI. La preoccupazione è tanta. La dimostra il Gruppo di intervento giuridico e la ribadisce l’ex governatore Ugo Cappellacci. Il 13 settembre scade il termine per intervenire nella procedura di valutazione ambientale strategica relativa al Programma nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi. In altre parole, si parla di scorie nucleari e della ricerca dei siti di stoccaggio. Gli ambientalisti dicono di essere pronti a presentare le loro osservazioni e si preoccupano del silenzio che arriva dall’isola: «Diverse Regioni come Puglia, Toscana, Lombardia, Molise, Emilia-Romagna, Abruzzo, Marche e Agenzie ambientali hanno espresso i loro pareri. La Lombardia ha già depositato il proprio parere definitivo. La Sardegna finora non ha detto nulla». Cappellacci, invece, punta il suo successore: «Pigliaru non tradisca i sardi e rompa il silenzio. Davanti all’avvio della fase di consultazione della valutazione ambientale strategica – sottolinea –, che richiede risposte entro 60 giorni, il perdurante silenzio del presidente rischia di offrire al Governo il pretesto per calare dall’alto una decisione folle e ingiusta. La Sardegna deve essere considerata come l’arca i cui preservare l’ambiente, il paesaggio e i siti naturalistici di valore inestimabile, non la pattumiera d’Italia».

La risposta della Regione è stata immediata: «Sul nucleare non ci sono mai state ambiguità. La nostra posizione è stata espressa con chiarezza fin dal 2015: la comunità sarda, già gravata dal peso delle servitù militari, è assolutamente contraria. Non vogliamo il deposito delle scorie, che costituirebbe una nuova servitù. E il nostro no è già stato espresso davanti al Consiglio regionale, al ministro dell'Ambiente e al ministero per lo Sviluppo economico – spiega l'assessore dell'Ambiente, Donatella Spano – Sulla Vas occorre chiarire che questa non riguarda la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee, che non è stata ancora resa nota, ma la gestione del trattamento rifiuti nel futuro sito nazionale che rimane ancora da individuare».

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