La Nuova Sardegna

La Sant’Antonio rischia di dover chiudere

La Sant’Antonio rischia di dover chiudere

A rischio non c'e solo il patrimonio zootecnico dell'Ogliastra e del resto della Sardegna ma anche l'indotto. Emblematico è il caso della cooperativa Sant'Antonio che ha ospitato l'incontro. A capo...

12 settembre 2017
1 MINUTI DI LETTURA





A rischio non c'e solo il patrimonio zootecnico dell'Ogliastra e del resto della Sardegna ma anche l'indotto. Emblematico è il caso della cooperativa Sant'Antonio che ha ospitato l'incontro. A capo della coop che conta 180 soci c'è Mario Meloni (foto). L'azienda lavora annualmente oltre 2 milioni di litri di latte che viene trasformato in 22 tipologie di prodotti, dai freschi agli stagionati di pecora e capra passando per gli spalmabili, gli yogurt e le creme. Il fatturato varia a seconda degli anni tra gli 1,8 milioni e i 2 milioni di euro. «È chiaro – tuona Meloni – che corriamo il rischio di chiudere. Il quantitativo di latte conferito dai nostri soci è sceso in modo drastico e noi dobbiamo far fronte agli ordini, Avremmo preferito non trovarci in questa situazione, ma poiché la Regione non è intervenuta a suo tempo con le vaccinazioni ora ci deve aiutare». Massimo Murgia, è uno dei sessanta allevatori di Tertenia e socio del caseificio. Del suo gregge di 250 pecore quelle sane si contano sulle dita di una mano. «Come si fa a mandare avanti la produzione se per un anno non ci sarà latte?» si chiede l'allevatore che si è fatto portavoce dei suoi compagni. (g.f.)

In Primo Piano
Elezioni comunali 

Ad Alghero prove in corso di campo larghissimo, ma i pentastellati frenano

Le nostre iniziative