La Nuova Sardegna

Ente nazionale protezione animali 

Invito a Pigliaru: fermare la caccia

Invito a Pigliaru: fermare la caccia

SASSARI. Divieto di sparare, vale a dire una moratoria per ricostituire almeno in parte le popolazioni dei selvatici e consentire agli esemplari sopravvissuti agli incendi e alla siccità di...

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SASSARI. Divieto di sparare, vale a dire una moratoria per ricostituire almeno in parte le popolazioni dei selvatici e consentire agli esemplari sopravvissuti agli incendi e alla siccità di recuperare condizioni fisiche accettabili. E quanto chiede con una lettera al presidente Pigliaru e agli assessorati competenti, il coordinatore regionale dell’Ente nazionale protezione animali (Enpa), Giuseppe Fascì, che segnala lo stato di autentica emergenza nel quale versa il “sistema-ambiente” della regione a causa degli incendi e della siccità. Ma non solo: si chiede anche «l’aggiornamento immediato del catasto delle aree “andate in fumo”; il potenziamento dei controlli anche per assicurare la sicurezza dei cittadini; un piano straordinario di contrasto al bracconaggio che per la Sardegna rappresenta una vera piaga».

«Trovo paradossale e contraddittorio che le istituzioni regionali da un lato si siano affrettate a chiedere al governo il riconoscimento dello stato di calamità naturale, ma dall’altro non facciano nulla per fermare la caccia», spiega Fascì. «Nelle passate settimane l’allarme sullo stato di conservazione della fauna è stato rilanciato anche dall’Ispra, l’istituto scientifico del Ministero dell’Ambiente responsabile anche sul monitoraggio della fauna selvatica, che ha sollecitato misure straordinarie».

«La Sardegna – spiega il responsabile Enpa –, che è terra importantissima per molte specie migratorie, ha invece bisogno di iniziative forti e concrete a tutela di un patrimonio, faunistico e ambientale, che non appartiene solo ai sardi né agli italiani, ma a tutto il continente europeo e non solo. Sommare qualsiasi forma di pressione venatoria ai disastrosi effetti del fuoco e della siccità può creare un danno irrimediabile agli animali come all’ambiente, in una Regione che ha nel turismo il fiore all’occhiello della propria economia». Recente la notizia dell’annullamento delle due giornate di caccia a lepre e perini sarde decretata dal Tar proprio nel giorno in cui il Comitato faunistico dava il via libera nonostante il parere contrario dell’Ispra.

«I nostri amministratori – conclude Giuseppe Fascì – non dovrebbero rincorrere il consenso del mondo venatorio; devono piuttosto valorizzare gli asset ambientali dell’isola, puntando tutto sulla loro tutela e valorizzazione, proprio come accade in tanti altri Paesi. Perché la nostra vera risorsa è la natura, non certo i cacciatori».



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