La Nuova Sardegna

il dipendente in fin di vita 

«Ho visto tanti colleghi spegnersi Ma nessuno si è chiesto perché»

«Ho visto tanti colleghi spegnersi Ma nessuno si è chiesto perché»

NUORO. Che qualcosa non andasse per il verso giusto nelle stanze dell'Ufficio scolastico di via Veneto era chiaro a tutti i dipendenti. Tante le morti sospette e i lavoratori che uno dopo l'altro si...

11 ottobre 2017
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NUORO. Che qualcosa non andasse per il verso giusto nelle stanze dell'Ufficio scolastico di via Veneto era chiaro a tutti i dipendenti. Tante le morti sospette e i lavoratori che uno dopo l'altro si sono ammalati gravemente. Uno di questi sfortunati dipendenti oggi è appeso tra la vita e la morte e ha scelto di raccontare la sua storia. «Ho iniziato a lavorare al provveditorato nel 1978, per l'esattezza nell'ufficio contabilità al primo piano – racconta il dipendente assente dall'inizio dell'anno per malattia –. Ho visto morire tanti dei miei colleghi: Assunta, Tonino, Sergio, Roberto e altri di cui non ricordo il nome, persino un'addetta alle pulizie. Ma nonostante l'incidenza di tumori fosse molto alta nessuno si è mai preoccupato di fare qualcosa, per capire cosa stesse succedendo. Nel 2005 ricordo che su proposta dell'allora vicario, il provveditore inviò una lettera al Ministero dell'istruzione, segnalando l'anomala situazione e chiedendo che venisse fatta una verifica interna. La risposta non tardò ad arrivare: "il Ministero non ha fondi a sufficienza per svolgere simili indagini". L'inaspettata risposta – ricorda il lavoratore – la tenemmo appesa per mesi nella bacheca all'ingresso dell'edifico perché tutti potessero leggere come la nostra amministrazione "matrigna" ci consideri solo dei banali numeri. Ma nessuno di noi – precisa – ha mai pensato che il problema potesse essere nel pavimento che per trent'anni abbiamo calpestato infinite volte. Tutti eravamo convinti che i numerosi problemi di salute dipendessero dalle onde elettromagnetiche emesse dal server al quale erano collegati i pc del palazzo, nessuno ha mai pensato ai pavimenti o a una possibile presenza di amianto nell'edificio. Sta di fatto che da quando ho iniziato a lavorare fino agli ultimi giorni di servizio noi lavoratori non siamo mai stati sottoposti a una visita, l'unica che ricordo è quella fatta due anni fa, quando ci controllarono la vista, la pressione e il battito cardiaco». E conclude: «Non chiedo niente per me, quello che invece pretendo è che si faccia chiarezza subito e che nessuno altro passi quello che sto vivendo io». (st.va.)

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