La Nuova Sardegna

I bacini dell’isola sono sempre più vuoti

di Antonello Palmas
I bacini dell’isola sono sempre più vuoti

Le piogge di novembre non hanno portato benefici. I dati peggiori nel Sassarese, Sulcis e Campidano

12 dicembre 2017
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SASSARI. Non sono bastate le piogge cadute in maniera anche insistente a novembre a cambiare la situazione degli invasi dell’isola: in generale c’è sempre meno acqua e la preoccupazione aumenta, specialmente in alcune aree nelle quali la scarsità del volume di metri cubi è particolarmente drammatico, come il Sassarese e il Sulcis Iglesiente, ma anche alcune aree del Nuorese e del Campidano.

Calo nell’ultimo mese. Complessivamente, secondo i dati di fine novembre nel monitoraggio effettuato dall'Autorità di Bacino della Regione, su 1.764,80 milioni di metri cubi autorizzati nel sistema delle dighe della Sardegna, gli invasi registrano una portata d'acqua pari al 43,68%: contengono cioè appena 770,88 milioni di metri cubi di risorsa idrica. Quindi meno del dato rilevato ad ottobre: 44,6% pari a 788,21 milioni di metri cubi.

Non è l’anno peggiore. Non c’è una gran differenza rispetto al 2016, anzi negli invasi c’è un po’ più di acqua (+0,37%) rispetto a novembre 2016, quando i bacini invasavano il 43,32 della loro capacità, cioè 764,30 milioni di metri cubi. Tornando indietro la stessa situazione la ritroviamo, con bacini sotto gli 800 milioni di metri cubi, la troviamo nell’agosto del 2003. Ma nell’autunno del 2002 la penuria di acqua fu molto più drammatica, scendendo intorno ai 300 milioni di metri cubi. A cavallo del nuovo millennio andò persino peggio: dopo aver sfiorato quota 200 milioni di metri cubi a fine 1999, nei bacini sardi nel settembre 2000 c’era acqua per poco più di 100 milioni di metri cubi.

Le criticità maggiori. Tra le posizioni più scomode quella del Sulcis Iglesiente (17,38%, a ottobre era 18,71%), con il sistema dell'Alto Cixerri, nel Sulcis Iglesiente, in forte sofferenza con appena il 12,1% dell'acqua disponibile tra gli invasi di Punta Gennarta (solo il 3,64% della capacità) e Medau Zirimilis. Non va meglio nel Basso Sulcis, con il 21,7% del volume invasato e nell'Alto Taloro, poco sopra il 22%. Male i bacini del Rio Torrei (13,33%, stabile) e di Olai (16,19%, -7 % in un mese, olte -30% in un anno). Ma anche Maccheronis (Posada), in crescita del +7,5% in un mese e del +6% in un anno, ma pur sempre all’11,23% della sua capacità). E poi la diga di Monte Arbus sul Rio Leni (Villacidro), che contiene solo il 5,49%, abbastanza stabile.

Il dramma del Sassarese. La situazione più impressionante è quella che attraversa l’area del Sassarese servita dai bacini del Bidighinzu, del Cuga e di Monteleone Roccadoria. Il Bidighinzu, che potrebbe e invasare 10,90 milioni di metri cubi, ne contiene solo 420mila, ovvero il 3,85% (-0,8 in un mese, lo scorso anno non andava molto meglio: 5,14%); il Cuga, capacità di 20.52 milioni, è fermo a 930mila (4,53%) e cioè ha accusato un crollo verticale in 12 mesi, dato che nel 2016 conteneva il 44,54%); Monteleone Roccadoria, che potrebbe invasare 70 milioni, ne registra 9,37 (13,39%, quasi il -2% in un mese e circa il -18,5% in un anno).



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