La Nuova Sardegna

Ma quale notaio i sardi il testamento se lo fanno in casa

di Alessandro Pirina
Ma quale notaio i sardi il testamento se lo fanno in casa

Solo 2mila scelgono il rito formale davanti a testimoni Più diffusa la scrittura privata. E c’è chi si affida al web

17 gennaio 2018
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SASSARI. Crolla il numero dei testamenti e a finire sotto accusa è la crisi. Meno soldi, e dunque meno beni da lasciare in eredità. Ma in realtà il calo riguarda i testamenti pubblici, redatti davanti al notaio. Oggi gli italiani preferiscono autogestire il post mortem, con scritture fai-da-te stilate col supporto del web e poi lasciate nel primo cassetto del comò. Insomma, il testamento olografo batte nettamente quello pubblico: 77,76 per cento contro un misero 0,12. Numeri che riguardano indistintamente tutta l’Italia. Nel 2016, racconta un’indagine del Corriere della sera, sono stati registrati appena 76mila testamenti. E di questi in Sardegna appena 2.125, una cifra pari allo 0,12 per cento. «Io non parlerei di crisi dell’istituto del testamento – dice Giovanni Carlini, presidente del collegio notarile di Sassari, Nuoro e Tempio –. Bisogna distinguere tra pubblici e olografi. I primi sappiamo quanti sono, perché vengono redatti davanti al notaio con due testimoni. Il testamento olografo invece ognuno lo può fare a casa propria, scrivendolo di suo pugno. Chissà quanti ce ne sono chiusi nei cassetti di cui non sappiamo ancora nulla. Io, per esempio, nel 2017 di testamenti pubblici ne ho redatto una ventina, ma se prendo gli scritti olografi siamo oltre i 150».

Il crollo, dunque, riguarda il testamento pubblico. Un rituale che ormai viene seguito da sempre meno persone. «Fino agli anni Ottanta, quando ancora c’era un livello di analfabetismo abbastanza alto – dice ancora Carlini – era uno degli atti notarili più frequenti. A rivolgersi al notaio erano soprattutto persone che, pur non sapendo né leggere né scrivere, avevano ingenti patrimoni, in particolare nel mondo della campagna. Inevitabilmente andavano dal notaio e davanti a due testimoni manifestavano la loro volontà. Ora sono sempre più numerose le persone che se lo scrivono da soli, perché è cresciuto il livello culturale, ma anche la presunzione. C’è chi è convinto che basti scopiazzare un testamento su internet, ma il diritto successorio è complesso e vengono fuori pasticci terribili». Anche la crisi, però, ha avuto un ruolo nel crollo dei testamenti pubblici. «Sicuramente i soggetti con grossi patrimoni sono diminuiti a causa della crisi economica – spiega il notaio sassarese –. Per questo motivo molti preferiscono sistemare i loro beni quando sono ancora in vita. Non redigono il testamento ma fanno delle donazioni».

L’indagine parla di una netta prevalenza delle donne sugli uomini nel fare testamento di fronte al notaio. Ma per Carlini è la natura a decidere questa supremazia rosa. «Gli uomini muoiono prima delle donne. Ed è a loro che spesso resta in mano la patata bollente di dover dividere i beni tra figli ed eredi». Quanto all’identikit del de cuius Carlini parla di «persone che non hanno un grande patrimonio con un livello culturale tendente al basso. Spesso non hanno figli o legittimari, e hanno la ricorrente paura di essere abbandonati, tanto che subordinano l’atto all’essere assistiti». Pochi, infine, i lasciti benefici. «C’è chi lascia qualcosa alla parrocchia o ad associazioni come l’Airc, ma si tratta di casi sporadici».

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