La Nuova Sardegna

Scanu: sul metano scommettiamo per il 2021

Scanu: sul metano scommettiamo per il 2021

Confindustria è tra i soggetti che hanno inviato osservazioni al ministero sul piano Snam

31 gennaio 2018
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ORISTANO. «Se saremo fortunati nella tempista delle autorizzazioni, entro il 2021 il metano correrà nella dorsale sarda. Speriamo di chiudere l’iter per il via libera dai ministero entro giugno; a quel punto tutte le discussioni e le incertezze sui depositi, le reti di adduzione, e i protagonisti di questo progetto si scioglieranno come neve al sole, e nel giro di pochi anni avremo finalmente il metano».

Il presidente di Confindustria Sardegna, Alberto Scanu, non nasconde il suo ottimismo sul superamento del vero ostacolo all’avvio principali dei cantieri per la metanizzazione: la valutazione di impatto ambientale in carico al ministero dell’ambiente. In questi giorni stanno arrivando al ministero decine di osservazioni sul progetto presentato da Snam Rete gas, da parte di ambientalisti, amministratori locali, associazioni e consorzi, con suggerimenti e proposte di modifica al tracciato. Tra coloro che hanno chiesto modifiche, c’è Confindustria.

«Abbiamo anche noi presentato una osservazione al progetto perchè secondo i nostri tecnici il diametro della condotta che arriva alla condotta nell’area di Sarroch è esiguo e sottodimensionato per soddisfare le potenziali forniture di metano agli utenti industriali dell’area. Ritengo che comunque il suggerimento sarà accolto se non altro con una modifica della pressione di invio del gas per quella zona». Non è questa l’unica osservazione inviata al ministero dell’Ambiente. Altre due segnalazioni sono state inviate in questi giorni, e provengono sia dal Consorzio Industriale di Oristano che dal comune di Santa Giusta. Entrambe evidenziano l’incompatibilità del tracciato proposto da Snam Rete Gas con l’ambiente per la presenza di aree già tutelate e vincolate e per incompatiblità con la pianificazione urbanistica dei territori.

Non sono però questo tipo di osservazioni a spaventare Scanu o a far temere ritardi inaccettabili per la realizzazione della dorsale sarda (il collegamento principale che unirà l’area del sud a centro, passando per Oristano per poi dividersi a nord verso Sassari e verso Olbia), bensì la naturale lentezza dei procedimenti burocratico-amministrativi.

«L’importante è fare la dorsale, anche perchè questa rientrerebbe tra le infrastrutture nazionali a carico della fiscalità generale. È questa la vera opera strategica. Se poi non si potranno fare tutti i collegamenti con i bacini territoriali non sarà certo un problema. Anche il resto dell’Italia non è servito per intero dalla rete del gas. I luoghi periferici sono serviti dalle autobotti specifiche e così accadrà anche da noi. Per la Sardegna molto dipenderà dal mercato. Se ci sarà convenienza nella realizzazione delle reti periferiche e se i privati riterranno conveniente investire i loro capitali si faranno, altrimenti no. Il resto del dibattito – conclude Scanu – quanti e quali depositi costieri, e dove farli, è secondario. I depositi li farà chi ha i capitali e la voglia di affrontare questo investimento. Il percorso autorizzativo di un deposito a Oristano è completato, mi risulta che un secondo sia in dirittura d’arrivo. Questa è la strada giusta. Prima bisogna affrontare lo scoglio burocratico, e una volta definito il macro-quadro, il resto seguirà senza ostacoli. Del resto è da venti anni che discutiamo di metano; mi sembra che sia doveroso passare dalle parole ai fatti»(g.cen.)

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