La Nuova Sardegna

Mario Puddu: «Legge urbanistica da rifare poca attenzione ai cittadini»

di Luca Rojch
Mario Puddu
Mario Puddu

Il coordinatore del M5s contro la Regione: «Tutela solo i ricchi investitori  I sardi non chiedono hotel a 5 stelle, recuperiamo gli immobili che già esistono»

15 marzo 2018
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CAGLIARI. Sono seduti su un grattacielo di voti, ma fino a oggi la legge urbanistica l’hanno solo potuta sbirciare dai giornali. Il Movimento 5 Stelle è il grande assente in Regione. L’ondata gialla rischia di abbattersi anche sul Palazzo di via Roma. Il coordinatore regionale Mario Puddu ci lavora, e parla dell’attuale legge urbanistica presentata dalla giunta regionale.

Anche se non sono in Regione i 5 Stelle sembrano avere le idee chiare su quello che loro considerano indispensabile per creare un buon disegno di legge. Puddu non gira tanto intorno alle cose. Come sempre va dritto al bersaglio.

Coordinatore le piace la legge urbanistica presentata dalla giunta?

«No non mi piace per nulla. Dico di più, mi insospettisce. Mi insospettisce molto la grande fretta e la premura che la giunta ha nel voler approvare questa legge. E non mi piace il Ddl nel suo impianto complessivo. Oltre a non condividere gli articoli 31 e 43, già contestati da una parte del mondo ambientalista. C’è anche un altra carenza insita nella legge. Secondo noi non viene focalizzato il punto nevralgico di quelle che sono le reali esigenze del turismo sardo».

In che senso?

«Mi sembra di capire che Erriu vede come punto focale, come soluzione dei problemi urbanistici dell’isola la creazione di hotel a 5 stelle. Alberghi di lusso anche nella fascia dei 300 metri dal mare. Noi abbiamo una visione del tutto differente. Credo che l’approccio debba essere di più ampio respiro e non si possa limitare a una visione così ristretta».

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Cosa farebbe il Movimento 5 Stelle?

«La Regione non dice in modo chiaro in quale tipo di turismo crede. O meglio si prende a cuore gli investimenti sugli hotel di lusso. Ma a me questo non sembra sia l’argomento centrale dell’urbanistica che interessi i sardi. Sono convinto che chi vive nell’isola chieda qualcosa di differente alla legge urbanistica. E credo che veda anche il turismo come qualcosa in più degli hotel a 5 stelle. Credo che i sardi direbbero alla giunta per prima cosa di occuparsi di trasporti per far arrivare i turisti. Di occuparsi di accoglienza e della necessità di creare attrattori e occasioni di vacanza per far arrivare sempre più visitatori in Sardegna, in tutti i periodi dell’anno e in tutta l’isola».

Secondo lei la Regione privilegia altri interessi?

«Mi pare che quel tipo di risposte che offre la legge con la possibilità di modificare le volumetrie nella fascia dei 300 metri dal mare tuteli molto gli interessi degli investitori stranieri. In particolare quelli arabi. E più in generale a un turismo legato ai paperoni che in estate vengono in vacanza in una parte ristretta dell’isola».

C’è anche chi critica la legge perché sostiene che non risolva davvero la lentezza nel realizzare il Puc.

«È così. Ad Assemini lo abbiamo fatto, ma siamo uno dei pochi comuni nell’isola ad averlo portato a casa. Per noi la legge urbanistica doveva servire a superare la disparità tra i comuni costieri e quelli dell’interno. Ad armonizzare una crescita dei territori dell’isola. Avremmo voluto anche che venissero date delle risorse ai sindaci per adeguare i Puc ai Ppr e per dare ai Comuni la possibilità di pianificare lo sviluppo del territorio. Nella legge non c’è nulla di tutto questo. Per noi deve essere riscritta in toto».

Ma secondo lei quali devono essere i cardini di una buona legge urbanistica?

«Per prima cosa si deve fermare il consumo del suolo che in questi anni è andato avanti in modo indiscriminato e senza nessun reale controllo. Poi si deve portare avanti una urbanistica sostenibile e solidale. Si deve partire dal recupero dell’esistente. Il patrimonio immobiliare abbandonato nei nostri Comuni non può essere dimenticato o messo da parte. Ci deve poi essere un sincero e leale coinvolgimento dei cittadini. Sono loro la base da cui si deve partire per costruire una buona legge. C’è anche un altro principio che un buon legislatore deve tenere presente. Anzi posso dire che questa deve essere la sua guida. L’ambiente deve essere trattato come un tesoro che abbiamo ricevuto dai nostri padri e dobbiamo restituire migliorato ai nostri figli».

Siete mai stati contattati da qualcuno in Regione per dire la vostra sulla legge?

«Mai. In effetti è un po’ curioso. Rappresentiamo oltre il 40 per cento dei sardi. Ma forse qualcuno fa ancora finta di non essersene accorto».
 

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