La Nuova Sardegna

L’isola della crisi: redditi bassi e pioggia di bonus

Claudio Zoccheddu
L’isola della crisi: redditi bassi e pioggia di bonus

Nel Medio Campidano si guadagna meno che in Polonia. A Olbia il maggior numero di contributi da 80 euro di Renzi

04 aprile 2018
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SASSARI. Redditi bassi, tanti pensionati e una certa affezione alle misure di sostegno economico. Ne sanno qualcosa a Olbia, prima provincia italiana per accesso agli 80 euro di bonus erogati dal governo Renzi, poi brutalmente bocciato alle urne dove hanno stravinto i 5Stelle.

Lo stato di salute dei redditi dei sardi è stato misurato dall’Agenzia delle Entrate e ha offerto un responso che fotografa una regione povera che sembra avere pochissime prospettive di miglioramento. Perlomeno nel breve periodo. La linea di partenza è stata fissata dai valori delle dichiarazioni dei redditi del 2017 a cui si sono presentate, giocoforza, tutte le 110 province italiane, comprese le quattro sarde che ormai godono dello status di ex: Olbia–Tempio, Ogliastra, Medio Campidano e Sulcis–Iglesiente. La pattuglia sarda è arrivata al traguardo con un forte ritardo rispetto alle regioni più ricche, ma non solo. Ci sono aree dell’isola, come il Medio Campidano, che possono contare su una ricchezza simile o addirittura inferiore a quella misurata in alcune aree dei paesi dell’Est europeo come la Polonia.

I redditi. Secondo l’elaborazione del Sole 24 ore non ci sono province sarde tra le prime dieci. Scritta così potrebbe passare come battuta ma nella top ten dei redditi figura anche Bari, non esattamente la capitale finanziaria italiana. Tra la ultime dieci, tutte del Meridione, l’isola è rappresentata dal Medio Campidano che occupa il 101esimo posto forte, si fa per dire, di un reddito medio pari a 14.097 euro. Nella contea di Siedlce, nell’area più a est della Polonia, il reddito medio è più alto di 2mila euro. Tra i capoluoghi di Provincia, invece, è Olbia a indossare la maglia nera: 101esima anche in questo caso ma con un reddito medio che supera di poco i 17mila euro.

Le pensioni. Per spingere le province e i capoluoghi dell’isola verso le zone alte della classifica serve l’apporto degli ex lavoratori, ovviamente in proporzione al numero degli abitanti. Oristano, infatti, è la provincia sarda che occupa la posizione più alta su scala nazionale: ottava con 43.107 pensionati che valgono il 41,4 per cento del totale dei contribuenti. A poca distanza c’è Nuoro, decima, con 41.565 pensionati che incidono sul totale dei contribuenti per il 41,1 per cento. In totale controtendenza, invece, sia l’ex provincia di Olbia-Tempio, terz’ultima con 31.916 pensionati, sia il capoluogo, Olbia, che conta appena 9mila pensionati.

I bonus. In questo campo l’isola recita la parte del leone. La locomotiva che spinge il treno delle province e dei capoluoghi più attivi nell’area di ricaduta del bonus da 80 euro introdotto nel 2014 dal governo guidato da Matteo Renzi, ed entrato a regione dopo l’approvazione della legge di Stabilità del 2015, parte dalla Gallura. La misura era destinata, per il 2016 e per il 2017, ai lavoratori dipendenti con reddito complessivo non superiore ai 26 mila euro e nell’ex provincia di Olbia–Tempio ne hanno beneficiato – secondo le dichiarazioni dei redditi del 2017 – 36mila e 809 persone, pari al 34,8 per cento dei contribuenti. Il primo posto assoluto di Olbia–Tempio ha un corrispettivo al contrario: la provincia di Oristano è 106esima in classifca e ha messo a referto solo 26.407 contribuenti – il 25,4 per cento del totale, raggiunti dal bonus. Tra i capoluoghi di provincia il risultato è simile: Olbia guida la classifica con 14.714 bonus da 80 euro che vale il 38,6 percento del totale dei contribuenti. A fare da specchio a Olbia questa volta c’è Cagliari, terz’ultima in tutta Italia con 22.765 contribuenti che hanno ricevuto gli 80 euro, il 22 per cento del totale.

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