La Nuova Sardegna

Malvasia e muffa, unione vincente

Malvasia e muffa, unione vincente

Arriva da Bosa il prodotto che ha sorpreso gli esperti della rassegna di Verona

18 aprile 2018
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BOSA. Qualità, innovazione ma anche tante curiosità. Come il vino con la muffa che si produce in Planargia, a Bosa. Il piccolo universo del Vinitaly propone una sezione ricchissima quando si tratta di solleticare la curiosità degli appassionati di enologia. Oltre alle bottiglie hi tech che, se fotografate in un punto particolare con uno smartphone, permettono al consumatore di venire a conoscenza di tutte la caratteristiche del vino che si intende acquistare, c’è anche una particolarità che arriva dalla Sardegna. Si tratta di una produzione della Cantina Angelo Angioi di Bosa che ha ottenuto il Malvasia “Salto di coloras” aggiungendo alla ricetta classica la Botrytis cinerea, un fungo della famiglia “Sclerotiniaceae” che i viticoltori chiamano più semplicemnete “muffa grigia”. L’attacco del fungo è tutto fuorché una minaccia, sempre che venga tenuto sotto controllo. Infatti la particolarità del “Malvasia di Bosa dolce con la capsula blu” è proprio la vinificazione degli acini attaccati dalla Botrytis cinerea. Una pratica sicura che permette di ottenere un ottimo vino purché nulla venga lasciato all’improvvisazione.

Le regole da seguire sono riassunte nella descrizione del vino proposta dalla cantina bosana: «La crescita delle muffe nella vigna non è un evento regolare e nemmeno prevedibile, per cui il raccolto si può protrarre fino a sette-otto settimane perché i vendemmiatori sono costretti ad effettuare più passaggi per il raccolto, scegliendo di volta in volta i grappoli con oltre la metà degli acini invasi dalla muffa». Per arrivare a ottenere il vino, dunque, serve prima di tutto la fortuna: «Solo il clima umido dovuto alla condensa notturna e al caldo dell’aria del giorno durante il periodo vendemmiale favorisce l’appassimento degli acini attaccati dalla muffa nobile».

Il “contagio” procede per livelli e per la raccolta è necessario che ciclo giunga al termine: «L’ultimo stadio, quando l’acino diventa blu, è il più ricercato e rende l’acino raggrinzito e poco invitante per colpa di un sottile strato di micelio. È il risultato di due fenomeni simultanei: lo sviluppo della muffa in forma larvata e il contemporaneo appassimento dell’acino: il primo attiva trasformazioni biochimiche, il secondo è responsabile di modifiche fisiche e chimiche».Il risultato è eccellente: «Il vino che si ottiene ha sentori di agrumi canditi, dattero, fichi e albicocca appassita ed è molto corposo grazie all’abbondanza di glicerolo che si forma durante la fermentazione». (c.z.)
 

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