La Nuova Sardegna

A Villanovaforru scuola d’integrazione

A Villanovaforru scuola d’integrazione

Due centri di accoglienza e l’orto “solidale”. Il sindaco Onnis: «Restiamo umani»

05 giugno 2018
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SASSARI. Il suo post su Facebook inizia così: “Se mi piacesse fare demagogia, scriverei che il colpo di fucile in Calabria coincide, in tempismo perfetto, con le parole non proprio amichevoli di Salvini sui migranti. Insieme, segnano l’inizio della nuova era con una chiarezza cristallina”. Maurizio Onnis, dal 2016 sindaco di Villanovaforru, si riferisce all’assassinio di Sacko, 29enne del Mali ucciso in Calabria con modalità ancora da chiarire. Ma Onnis precisa che il suo obiettivo non è fare demagogia. Infatti il post prosegue così: “Mi accontento di guardare al nostro paese e sperare. Villanovaforru continua ad ospitare decine e decine di migranti. Come ad ogni latitudine, in ogni tempo, l’incontro tra persone di provenienze tanto diverse crea più domande che risposte. Ma non ci sono reali problemi di convivenza e, al contrario, gli episodi di amicizia e condivisione si moltiplicano. Prestarsi una mano in nuove attività, oltre quella già avviata dell’orto solidale, è la parola d’ordine dell’anno in corso. Abbiamo fondate possibilità di riuscirvi. È importante impedire che l’eco di quel colpo di fucile e dei discorsi del ministro degli Interni destabilizzi le nostre coscienze. È sempre vero, e lo è ancora di più oggi, in questo frangente, che l’obbligo di restare umani ci vincola più di qualsiasi governo, ministro, direttiva dall’alto. Ricordando che, se dobbiamo alzare un argine, dobbiamo alzarlo prima di tutto dentro noi stessi”.

Mentre il post – apprezzato per la sua umanità – colleziona centinaia di like e condivisioni, il sindaco Onnis racconta un bell’esempio di integrazione: «A Villanovaforru, circa 630 abitanti, abbiamo due centri d'accoglienza. Il primo può accogliere 20 minorenni, il secondo può accogliere 80 maggiorenni. Questi ultimi sono arrivati nel 2015, i minorenni nel 2016: la politica degli Sprar ha preso piede dopo l'arrivo di questi ragazzi, quando ormai pensare all'apertura di un centro di seconda accoglienza era impossibile». Il sindaco va avanti: «L'arrivo senza alcun preavviso di tanti stranieri ha creato in paese non poco scompiglio. Ma con il tempo le cose si aggiustano sempre ed è quel che sta avvenendo. Grazie anche all’orto solidale: 6-8 di questi ragazzi lavorano dall'anno scorso in un piccolo appezzamento in campagna con il patrocinio di Coldiretti e sotto la supervisione di un contadino. Forse non diventeranno coltivatori, ma di sicuro imparano più che a perdere tempo per strada».

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