La Nuova Sardegna

FI, Cappellacci si dimette da coordinatore

FI, Cappellacci si dimette da coordinatore

L’ex governatore: ritorno a essere un soldato semplice. Per la successione Cicu, Nizzi, Zedda o Tunis

19 luglio 2018
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CAGLIARI. Giovedì 11 luglio, con una lettera in mano, Ugo Cappellacci ha bussato alla porta dell’ufficio romano di Silvio Berlusconi. Subito dopo, ha consegnato al Cavaliere la missiva, in cui c’era scritto: «Mi dimetto dall’incarico di coordinatore regionale», con anche un bel po’ di motivazioni per spiegare il perché della decisione. Sette giorni dopo, con un post su Facebook, il deputato ha reso pubblica la notizia delle sue dimissioni, con anche ampi stralci della lettera consegnata a Berlusconi. «Non c’è dietro chissà quale retroscena. Anzi, non c’è proprio nulla – sottolinea Cappellacci – Da sempre sono stato fra i primi a sollecitare un ampio rinnovamento nel partito e ho fatto il primo passo. Ritorno a essere un soldato semplice, che da Roma continuerà a lavorare per la Sardegna». Dunque, non ci sarebbero e non ci sono strappi di alcuni tipo dentro il partito. Perché, come lui sostiene, a fare il «passo di lato» non l’avrebbero spinto le fibrillazioni nel centrodestra, ci sono eccome, a pochi mesi per la scelta del candidato-presidente in vista delle Regionali del 2019. Ed è sempre lui a ribadirlo: «Lo ripeto, è stata una decisione di coerenza umana e politica allo stesso tempo».

La lettera. «Caro Presidente – scrive Cappellacci – rimetto nelle tue mani, con effetto immediato, la carica di coordinatore regionale. Resto e resterò naturalmente sempre al tuo fianco, come soldato semplice o con i gradi e le responsabilità che vorrai affidarmi». Per proseguire: «Ho sempre sostenuto che un partito, così come qualunque altra organizzazione e il Paese stesso, quando diventa incapace di generare nuova classe dirigente, è un'entità destinata a morire. Credo in questo postulato e penso che si debba agire di conseguenza». Subito dopo, in un altro passaggio: «Il mio è un passo di lato, perché è giusto favorire il ricambio. Da militante sosterrò la nuova generazione azzurra che c'è, che mai ha ammainato le nostre bandiere e che merita di fare un passo avanti. Soprattutto sono sicuro che saprà dare quella dinamicità, tensione ideale e morale di cui la nostra terra ha molto bisogno». Con un solo passaggio pepato ma non nella lettera, ma su Facebook: «Sono convinto – scrive – che in politica non basti enunciare un principio da un palco o sulle righe di un giornale, ma lo si debba applicare e io l’ho applicato con le dimissioni».

La successione. Per ora il coordinamento è stato affidato al vice di Cappellacci, Ivan Piras, ma entro luglio Berlusconi nominerà il successore. Chi potrebbero essere i papabili? I nomi sono tanti: Salvatore Cicu, Settimo Nizzi, Alessandra Zedda e Stefano Tunis, ma alla fine la scelta potrebbe ricadere su un nome completamente nuovo.

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