La Nuova Sardegna

Saline Conti-vecchi 

Due tesi dello Ied: il sale come arredo

di Stefano Ambu
Due tesi dello Ied: il sale come arredo

La discussione nel vecchio stabilimento ora patrimonio del Fai

26 luglio 2018
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CAGLIARI. Turismo e cultura tra saline, mare, stagno, fenicotteri e archeologia industriale. Una ricetta che non stonerebbe con i piani della Regione presentati la scorsa settima nel piano programmatico 2018-2021: rilancio di quello che si ha puntando su ambiente e qualità. L'esempio arriva dalle nuove generazioni. Un vecchio magazzino che si trasforma in un ristorante. E siccome siamo alle Saline Conti-vecchi, a Macchiareddu, alle porte di Cagliari, il sale diventa non solo fondamentale per il lavoro dello chef, ma anche elemento di arredo. Come? Il sale diventa la decorazione di pannelli di legno e vetro: c'è quello rosso di Cipro, quello rosa dell'Himalaya. E naturalmente c'è anche l'eccellenza della produzione delle Saline Conti-vecchi, il fior di sale. Proprio Fior di sale è il titolo della tesi di Carla Mascia, 22 anni, di Maracalagonis, fresca diplomata dello Ied che ieri ha presentato il suo lavoro proprio nei capannoni industriali dello stabilimento nato negli anni Venti e ora diventato patrimonio del Fai. La sua è una progettazione di interni realizzata al computer che, chissà, un giorno potrà magari diventare realtà. È l'accoglienza del 2020 o del 2030 o del 2040: l'ambiente e le produzioni locali che diventano anche design. Un'altra neodiplomata, Silvia Atzeni, si è occupata del vecchio villaggio ora abbandonato che una volta ospitava gli alloggi dei lavoratori e dei dirigenti: lo ha trasformato in una sorta di campus culturale-turistico con biblioteca, ostello e spa. Anche in questo caso il sale è protagonista: attraverso la sua cristallizzazione diventa fondamentale per gli arredi. Anche questa è una tesi, intitolata Trame di sale, dello Ied. Sguardi-illuminati-verso il futuro. Tutto questo in un contesto unico: si sente l'odore del mare, c'è la laguna di Santa Gilla. E ci sono le montagne bianche che indicano che il sale ancora si produce: una è diventata un gioco per bambini. E infatti le Saline Conti-vecchi, dalla apertura al pubblico col marchio Fai, hanno già raggiunto quota 20mila visite. Una bella storia, quella delle Saline davanti a Santa Gilla, nata nei primi del ’900 dall'ostinazione di un imprenditore che aveva scelto Macchiareddu, una zona allora inospitale anche a causa della malaria, per la sua industria del sale.

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