La Nuova Sardegna

Cibo da strada, è boom nell'isola: imprese cresciute del 56%

Cibo da strada, è boom nell'isola: imprese cresciute del 56%

Sono 156 le attività ambulanti, a Nuoro aumento del 75% in cinque anni. I prodotti offerti: non solo pizzette, ma anche fregula, ravioli e pane frattau

18 agosto 2018
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SASSARI. È un fenomeno in crescita con percentuali impressionanti, in Sardegna come nel resto d’Italia. Dalle sebadas alle pizzette ma non solo: tra i piatti da strada ci sono anche tortellini, raviolini e prodotti gourmet bio e vegani. Lo street food piace e aumentano le imprese del settore: nell’isola negli ultimi 5 anni c’è stata una crescita del 56% per un totale di 156 attività operanti nel territorio. Un numero sempre più alto di persone preferisce la semplicità del cibo consumato mentre si passeggia alla “rigidità” del ristorante, mostrando di apprezzare anche la varietà e la qualità dell’offerta che si ispira alla tradizione culinaria del territorio.

La scelta. Panadas, focacce, pizzette sfoglia, culurgionis, sebadas ma anche pani frattau, fregula condita, gnocchetti, raviolini di ricotta oppure i più “trendy” prodotti gourmet bio o vegani di nuova concezione. Ormai quasi ogni prodotto tradizionale sardo può essere trasformato in un piatto da degustare passeggiando e, per fortuna dei palati, le proposte crescono e cambiano di giorno in giorno per la gioia dei numerosi aficionados del gusto che cercano e trovano, con sempre maggiore frequenza, i colorati “ristoranti” su quattro ruote, spesso legati a manifestazioni ed eventi. «Tutto con il massimo rispetto delle materie prime e delle tecniche di lavorazione tradizionali, oltre a una continua attenzione verso le esigenze alimentari dei consumatori – dice Stefano Mameli, segretario regionale di Confartigianato Imprese Sardegna – che sono le caratteristiche principali delle nostre produzioni artigiane.

Il fenomeno. In Sardegma, secondo i dati rielaborati dall’Osservatorio per le Pmi di Confartigianato imprese Sardegna, su fonte UnionCamere-Infocamere, nel 2018 le imprese registrate come “Attività di ristorazione ambulante” sono 156 e sono cresciute del 56% nell’ultimo quinquennio, contro un totale di 2.729 e una crescita media nazionale del + 58,9%. «I numeri reali di questo fenomeno sono molto maggiori – continua Mameli – perché sono ormai tantissime le attività di produzione, ristorazione e somministrazione presenti “on the road””. In ogni caso siamo molto contenti della crescita di questo nuovo settore dell’alimentazione, perché è sinonimo di opportunità sia per le imprese tradizionali che diversificano, sia per le nuove realtà che propongono innovativi stili gastronomico. “Lo street food è una realtà viva e creativa – sottolinea – fatta di cuochi, fornai, pizzaioli e rosticcieri, di imprenditori giovani e meno giovani ma tutti accomunati dall’orgoglio di conservare tradizioni familiari o di proporre nuovi sapori. Insomma, è l’artigianato che esprime i valori più veri e autentici della nostra e di altre culture. Per questo per il settore della ristorazione ambulante e itinerante è necessaria una maggiore semplificazione delle procedure di adeguamento alle norme sanitarie e del commercio, per consentire al patrimonio storico cultural-gastronomico regionale di essere sempre più forte e competitivo con l’obiettivo di contrastare l'avanzata di cibi apolidi capofila di un'errata tendenza a globalizzare i sapori».

La distribuzione. Tra le attività di street food 38 sono gestite da 35 nel 2018 (24,4% sul totale delle imprese), 4 invece le imprese gestite da stranieri (2,6%). Tra le province, 59 sono registrate a Cagliari, 48 a Sassari, 35 a Nuoro e 14 a Oristano. La crescita percentuale superiore nell’ultimo quinquennio è stata registrata a Nuoro, dove gli operatori ambulanti sono passati da 15 a 35 con una variazione del 75%.

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