Indipendentisti: no ai partiti italiani
Autodeterminatzione vede Zedda ma respinge l’alleanza con il centrosinistra
30 ottobre 2018
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CAGLIARI. Autodeterminatizione mai tratterà con quei partiti che «non hanno testa cuore e gambe in Sardegna e sono coinvolti anche in forme di collaborazione con il sistema politico italiano». È questo il punto forte del documento approvato domenica dal Consiglio nazionale della coalizione delle sette sigle indipendentiste, che hanno già scelto il loro candidato presidente per le elezioni regionali di febbraio, Andrea Murgia.
Il presidente Fabrizio Palazzari ha confermato di essersi incontrato, nei giorni scorsi, col sindaco di Cagliari Massimo Zedda, il più probabile portabandiera del centrosinistra. Ma l’aver accolto, con cortesia, l’invito a un confronto – scrive Palazzari – «è servito soltanto per chiarire che Autodeterminazione non è compatibile con nessuna forma di alleanza con la realtà politica che lo stesso sindaco rappresenta», o potrebbe rappresentare. Nei giorni scorsi invece era stato proprio Andrea Murgia, con un post su Facebook, a mettere un altolà a qualunque voce su delle trattative in corso: «Non possiamo certo presentarci alle elezioni con chi, negli ultimi dieci anni, ha governato la Sardegna in maniera disastrosa», scriveva. Tant’è che, nell’ultimo comunicato del Consiglio nazionale di Autodeterminatzione, c’è scritto anche: «Il nostro presidente ha agito e continuerà ad agire su preciso mandato del nostro coordinamento nazionale», e quindi non ci sono state fughe in avanti e neanche cambiamenti improvvisi di strategia elettorale. Perché per le sette sigle (Sardigna Natzione, Liberu, Irs, Rossomori, Sardegna possibile, Gentes e Radicales sardos) hanno deciso da tempo che «nessun accordo sarà possibile, da parte di Autodeterminazione, con forze politiche italiane che hanno governato o intendono governare la Sardegna».
A questo punto, è pressoché ufficiale che questa frangia indipendentista correrà da sola alle prossime Regionali.
Il presidente Fabrizio Palazzari ha confermato di essersi incontrato, nei giorni scorsi, col sindaco di Cagliari Massimo Zedda, il più probabile portabandiera del centrosinistra. Ma l’aver accolto, con cortesia, l’invito a un confronto – scrive Palazzari – «è servito soltanto per chiarire che Autodeterminazione non è compatibile con nessuna forma di alleanza con la realtà politica che lo stesso sindaco rappresenta», o potrebbe rappresentare. Nei giorni scorsi invece era stato proprio Andrea Murgia, con un post su Facebook, a mettere un altolà a qualunque voce su delle trattative in corso: «Non possiamo certo presentarci alle elezioni con chi, negli ultimi dieci anni, ha governato la Sardegna in maniera disastrosa», scriveva. Tant’è che, nell’ultimo comunicato del Consiglio nazionale di Autodeterminatzione, c’è scritto anche: «Il nostro presidente ha agito e continuerà ad agire su preciso mandato del nostro coordinamento nazionale», e quindi non ci sono state fughe in avanti e neanche cambiamenti improvvisi di strategia elettorale. Perché per le sette sigle (Sardigna Natzione, Liberu, Irs, Rossomori, Sardegna possibile, Gentes e Radicales sardos) hanno deciso da tempo che «nessun accordo sarà possibile, da parte di Autodeterminazione, con forze politiche italiane che hanno governato o intendono governare la Sardegna».
A questo punto, è pressoché ufficiale che questa frangia indipendentista correrà da sola alle prossime Regionali.