La Nuova Sardegna

Due società del Sassarese perquisite dalla Finanza

di Antonello Palmas
Due società del Sassarese perquisite dalla Finanza

L’indagine nata nel Triveneto coinvolge 14 regioni. Massimo riserbo

22 novembre 2018
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SASSARI. Perquisizioni nelle sedi di due società di Sassari e del suo hinterland da parte della Guardia di Finanza friulana, supportata dal comando provinciale di Sassari. C’è un filone che riguarda il nord Sardegna nella vasta inchiesta “Grande Tagliamento” messa in piedi dalla Procura di Gorizia per verificare la regolarità di decine di appalti per la realizzazione o la manutenzione di opere pubbliche. Sull’identità delle società coinvolte la procura ha ordinato il massimo riserbo dato che le indagini sono ancora in corso. La documentazione sequestrata in Sardegna riguardante opere pubbliche, come nel resto dei territori interessati, è all'esame degli inquirenti ed è coperta da segreto istruttorio.

Complessivamente sono 120 le società oggetto di perquisizione e sequestri in 14 regioni, compresa la Sardegna. Sono 150 le gare sotto la lente.

Gli inquirenti puntano ad acquisire prove su accordi tra imprese finalizzati alla spartizione delle opere. Ciò che ipotizza l'accusa è la condivisione delle intenzioni di partecipare oppure no a una gara, o solo a un lotto di essa, con informazioni sui contenuti delle offerte, alterando la libera concorrenza.

Nella conferenza stampa tenutasi ieri nel comando delle fiamme gialle friulane, il procuratore capo di Gorizia Massimo Lia ha sottolineato che è «in un gruppo di imprese del Veneto e del Friuli Venezia Giulia» il nocciolo duro delle aziende «oggetto di analisi, che da queste regioni ci ha poi portato in giro per l'Italia utilizzando sempre lo stesso sistema» di spartizione di appalti. Il procuratore ha parlato di «accordi a tavolino per formulare offerte da assicurarsi» e di «un sistema chiuso, che talvolta si avvaleva di consulenti esterni. Alla fine era l'impresa locale che faceva i lavori».

Lia ha anche sottolineato che «non ci sono arresti finora nell'inchiesta», mentre «gli indagati sono un centinaio, tra i quali anche funzionari delle stazioni appaltanti».

Per la guardia di finanza le indagini hanno evidenziato anche la costituzione di associazioni e di raggruppamenti temporanei di imprese meramente cartolari, l'utilizzo di contratti di subappalto per quote superiori al limite normativo del 30 per cento, in cambio del riconoscimento di percentuali di guadagno e falsa indicazione documentale di dotazioni logistiche e strumentali.

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