La Nuova Sardegna

Cantieri bloccati, edili in piazza il 15 novembre

Cantieri bloccati, edili in piazza il 15 novembre

I sindacati: «Ci sono 2,5 miliardi di euro fermi, non c’è sviluppo. Occorre commissariare le opere»

06 novembre 2019
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CAGLIARI. Venerdì 15 novembre gli edili saranno di nuovo in piazza: «Siamo andati ben oltre l’emergenza – è l’ennesima denuncia dei sindacati Fenea-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil – Purtroppo in Sardegna troppe opere pubbliche sono bloccate e i cantieri fantasma continuano a essere un’infinità nonostante ci siano 2 miliardi e mezzo pronta cassa». Non c’è lavoro, non c’è sviluppo: «Chiederemo l’uno e l’altro alla Regione, all’Anas, ad Abbanoa e a chiunque altro ha soldi pubblici in cassa ma non li spende».

Tempi biblici. È la cronaca quotidiana a confermare che ci vogliono almeno 5 anni solo per stendere un progetto. Poi, una volta pubblicati i bandi, azzardare la data in cui sarà aperto il cantiere, o addirittura quella dell’inaugurazione, ha le stesse probabilità di azzeccare una cinquina secca al Lotto. È questo lo scandalo delle incompiute: dalla Sassari-Olbia, simbolo esasperante della lentezza, alla Sassari-Alghero, dalla Carlo Felice alla Lanusei-Villagrande fino alla Nuova Sulcitana. A essere rimasti a metà sono però anche scuole, dighe e impianti sportivi. A sconcertare ancor di più è che i soldi per realizzare tutto questo bendidio ci sarebbero, e invece da troppo tempo sono bloccati da qualche parte per colpa di burocrazia, errori o scarsa volontà.

I sindacati. «È un dramma ormai inaccettabile ed è proprio per spazzare via questo disastro che scenderemo di nuovo in piazza con un sit in all’assessorato ai lavori pubblici», annunciano i sindacati. La protesta arriva da lontano, dall’inizio dell’anno, poi ci furono le manifestazioni sui territori e a marzo la partecipazione allo sciopero nazionale. Ma poco o nulla è cambiato. «Nelle infrastrutture che ci sono e in quelle da appaltare, la Sardegna sta molto peggio di tutte le altre regioni», denuncia Giovanni Matta della Cisl. E infatti venerdì 15 i sindacati vorrebbero incontrare non solo l’assessore ai lavori pubblici, Roberto Frongia, ma anche le società appaltanti: Anas, Abbanoa, Consorzi di bonifica e Area. «Vogliamo con urgenza questo faccia a faccia – sottolinea Erika Collu della Cgil – Lo sblocco di finanziamenti, progetti e cantieri dev’essere immediato. Serve una scossa forte se vogliamo salvare l’isola dal disastro economico e sociale». Disastro che ha avuto, come ribadito da Marco Foddai della Uil, effetti devastanti: «Dal 2008 il settore costruzioni ha perso 30mila buste paghe, oggi gli occupati sono appena 20mila. Come se non bastasse, è saltata per aria anche la rete delle imprese sarde: siamo ai minimi storici. Se serve la controprova eccola: 10 anni fa l’edilizia garantiva il 18% del Prodotto interno lordo regionale, oggi a malapena arriva al 9».

La svolta. I sindacati chiederanno alla Regione d’insistere col Governo perché siano commissariate le opere bloccate. «Ma non certo dall’Anas», hanno aggiunto. Poi agli appaltanti chiederanno di accelerare: «I finanziamenti – hanno concluso – devono produrre lavoro e sviluppo. Se ci sono strozzature vanno eliminate in fretta. Gli appalti dovranno essere molto più veloci, o la Sardegna rischia il tracollo da un momento all’altro».

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