La Nuova Sardegna

La Pelosa mette i lucchetti: numero chiuso e ticket

Giovanni Bua
La Pelosa mette i lucchetti: numero chiuso e ticket

Stintino, piano di tutela della spiaggia: saranno ammesse 1500 persone al giorno. Il sindaco Diana: ingresso a 5 euro e stop alle stuoie che portano via la sabbia 

12 novembre 2019
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STINTINO. Il gioiello finisce in cassaforte. Rompe gli indugi il sindaco di Stintino Antonio Diana e, a colpi di ticket e numero chiuso, si prepara a mettere in sicurezza la “sua” Pelosa. Minacciata dalle orde di bagnanti che a migliaia ogni giorno d’estate la assaltano, pressando e portando via la sabbia leggera come la farina, scaldando e sporcando l’acqua cristallina, mettendo a rischio il delicato, quanto in gran parte già compromesso, sistema dunale, rovinandosi a vicenda quella che dovrebbe essere un’esperienza memorabile e si trasforma in un vero incubo.

Troppo per andare avanti, e così il primo cittadino di Stintino, nell’attesa che parta il maxi progetto di tutela e messa in sicurezza dell’arenile e delle dune retrostanti, cala le sue carte, sfidando consuetudini e regole, sicuro che nessuno, che sia Regione o Demanio, turisti o residenti, avrà il coraggio di dirgli di no.

Il piano, illustrato sabato scorso in consiglio comunale, è quello di mettere i lucchetti agli ingressi della Pelosa. Che oggi deve sopportare una “pressione antropica” di 4-5mila bagnanti al giorno, che arrivano a 6-7mila a cavallo di ferragosto. Un suicidio per l’angolo di costa conosciuto in tutto il mondo, che secondo gli esperti può reggere al massimo 1500 presenze quotidiane. E questa dovrebbe essere la quota che Diana ha in mente, affiancata da un ticket di ingresso “popolare” che servirebbe a ripagare i costi che il Comune deve sopportare per la presenza di ogni turista sulla spiaggia, e in parte a rimettere a nuovo il resto del litorale, su cui dirottare le migliaia di “delusi”.

«Andiamo un po’ meno alla Pelosa ma andiamoci tutti» è il mantra di Diana, già protagonista la scorsa estate del primo giro di vite: lavapiedi all’ingresso, fumo vietato, come il commercio ambulante e gli asciugamani, con le “stuoiette” diventate parte del kit di sopravvivenza di ogni turista stintinese. «Un inizio – spiega Diana – che ha dato i suoi frutti. Ma qui siamo di fronte a un’emergenza. A un rischio che non è ipotizzabile correre. E serve di più, molto di più».

E allora dall’estate prossima via anche le stuoie, con gli amanti della Pelosa che dovranno dotarsi di lettino “alzato” dalla sabbia, troppo preziosa per finire attaccata a costumi o teli da mare. E ticket all’ingresso: «Popolare – spiega Diana – perché quello che vogliamo è che la Pelosa resti la spiaggia di tutti. Pensiamo al massimo a 5 euro a persona, bambini esclusi. Ma i conti saranno fatti al centesimo considerando il costo che ogni presenza comporta per il Comune, tra controllo, tutela, servizi».

Ma il pezzo forte è un altro. Nell’arenile più famoso del mondo potranno entrare al massimo 1500 persone al giorno. Con il sindaco che è pronto a forzare la mano sulla teorica impossibilità di impedire l’ingresso in un territorio demaniale. «Stiamo studiano il modo migliore per scrivere l’ordinanza. Ma come sindaco, responsabile della salute pubblica e della tutela ambientale del suo territorio, ho l’assoluta certezza che, di fronte al comprovato pericolo che un’eccessiva presenza in spiaggia crea per la sopravvivenza della Pelosa, ho il potere, e il dovere, di regolarne l’accesso». A dare manforte a Diana i numerosi studi che in questi anni sono stati condotti sulla spiaggia che si affaccia sull’isola dell’Asinara. Tra questi il piano di biomonitoraggio per studiare la “diversità microbica” della spiaggia, condotto dall’Università di Sassari, che si inserisce nel progetto di recupero e riqualificazione finanziato dalla Regione. Il consiglio comunale sabato mattina, con i soli voti della maggioranza (tra la minoranza due contrari e un astenuto) ha dato il via libera alla prosecuzione della convenzione con l’ateneo turritano per un altro anno. Il progetto prevede l’acquisizione di informazioni sulla struttura delle comunità microbiche che costituiscono l’ecosistema della spiaggia della Pelosa. Quindi il monitoraggio dello stato della salute della spiaggia e l’individuazione delle possibili conseguenze di ordine sanitario in relazione alla accertata presenza di patogeni ed eventuali effetti sull’uomo e sull’ambiente. «Lo studio fa parte del progetto generale da 18 milioni di euro che ha ottenuto il finanziamento da parte della Regione per 5 milioni – ha spiegato Diana –. Come tale, è un nostro dovere portarlo avanti, perché costituisce uno degli elementi portanti dello stesso progetto. Grazie a questo studio, che spiega anche i possibili effetti dell’eccessivo carico antropico sulla spiaggia, sarà possibile, tra le altre cose, fare il numero chiuso».

Restano molti i punti da “oliare”, iniziando dalla creazione di un sistema di prenotazione delle presenze (si starebbe lavorando a un’app) che garantisca la “turnazione” degli aspiranti bagnati, e finendo con lo scontato e quotidiano scontro con chi, in barba alle regole, alla Pelosa pretenderà, in quanto bene demaniale, di andare lo stesso (con Diana che ha sempre rifiutato di estendere alla spiaggia la tutela del vicino Parco dell’Asinara, e che ancora ribadisce che sarebbe inutile). «Troveremo il modo – sottolinea il sindaco di Stintino–. Non credo davvero che Regione e Demanio si mettano di traverso. Per quanto riguarda i disagi, preferisco crearne ai bagnanti, pronto a correggere eventuali errori, che alla “mia” Pelosa, che non può certo sparire perché non ci rassegniamo a fruirne in maniera intelligente e consapevole».

Il 18 novembre, intanto si svolgerà l’ultima conferenza di servizio sul progetto definitivo che prevede l’eliminazione della strada asfaltata a monte della spiaggia. «A quel punto – chiude Diana – sarà possibile avviare la fase degli espropri, il progetto esecutivo e gli appalti». Messo il gioiello in cassaforte, però, a quel punto non ci sarà più fretta.

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