La Nuova Sardegna

Peste suina, la lotta riparte: a Orgosolo abbattuti i maiali della zona rossa

di Giusy Ferreli
Peste suina, la lotta riparte: a Orgosolo abbattuti i maiali della zona rossa

Blitz nelle campagne dopo la visita nell’isola del commissario Ue

17 novembre 2019
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ORGOSOLO. È bastata la visita del commissario europeo alla Salute e alla sicurezza alimentare per far riprendere gli abbattimenti dei maiali allo stato brado nella zona rossa interrotti quasi un anno fa. La prospettiva indicata dal lituano Vytenis Andriukaitis sulla possibilità di togliere le restrizioni alla commercializzazione dei prodotti della filiera suinicola una volta abbattuti gli ultimi illegali ha sortito l’effetto sperato.

E così ad appena due giorni dal tour dell’eurocommissario in Sardegna, prima a Cagliari e poi a Urzulei, la macchina regionale dell’Unità di progetto per l’eradicazione della Peste suina africana si è rimessa in moto con un blitz nelle campagne di Orgosolo, cuore della zona calda. Ieri mattina di buon’ora un cordone di veterinari, forze dell’ordine e ranger ha circondato la zona di Pradu per catturare e abbattere numerosi branchi di maiali allo stato brado. Decine e decine di animali clandestini di cui non si conoscono i proprietari, non registrati all’anagrafe animale e quindi mai sottoposti ai controlli sanitari necessari per combattere il diffondersi della malattia. Tutto questo in barba alle disposizioni per il contrasto alla piaga che affligge la Sardegna da oltre 40 anni.

E nei giorni scorsi la strategia per arrivare finalmente all’eradicazione del morbo è stata al centro dell’incontro tra il rappresentante dell’Europa e il presidente della Regione, Christian Solinas. Dopo aver condiviso il comune obiettivo di chiudere definitivamente con una malattia che dal 1978 tiene in ostaggio non solo un comparto produttivo ma la Sardegna intera, Andriukaitis ha detto senza inutili giri di parole che una volta terminati gli abbattimenti delle poche centinaia di capi bradi rimasti nella zona a cavallo tra Ogliastra e nuorese si potranno commercializzare i prodotti sardi nel mercato estero.

Proprio l’attività auspicata dal commissario lituano ad Urzulei durante un sopralluogo in Supramonte rientra tra gli obiettivi del Piano di eradicazione del morbo nell’isola. Alle operazioni di ieri mattina, coordinate dall’Unità di progetto in collaborazione con la prefettura e la questura di Nuoro, hanno partecipato i veterinari dell’Ats e dell’Istituto zooprofilattico sperimentale, gli uomini del Corpo forestale e il personale dell’agenzia Forestas ma anche la polizia e i carabinieri. La notizia degli ultimi abbattimenti nel territorio comunale di Orgosolo si è diffusa rapidamente e reazioni non sono mancate.

«L’eradicazione della peste suina africana è un elemento fondamentale per richiedere con forza lo sblocco della commercializzazione delle carni suinicole da parte dell’Unione Europea», ha commentato il deputato del Movimento 5 stelle, Alberto Manca che di recente ha firmato un'interrogazione depositata alla Camera per accertare che i controlli sulla peste suina e gli abbattimenti (o depopolamento per citare un termine in burocratese) nella zona rossa venissero al più presto ripresi gli abbattimenti. «Un pressing, il nostro, che è servito anche per tutelare gli allevatori che operano regolarmente, penalizzate da quanti non si erano ancora messi a norma, con il pericolo di vanificare gli sforzi fatti – ha sottolineato il parlamentare che ha auspicato interventi a favore degli allevatori –. Sarà necessario fare pressione affinché si attivi anche sostenendo finanziariamente le aziende suinicole messe in difficoltà da questa incresciosa situazione, ma nel contempo, incentivando la regolarizzazione dei pochi allevamenti rimasti fuori dalle regole».

Davvero pochi, a onor del vero, e presenti in un’area abbastanza circoscritta ma in grado di rendere inutili tutti gli sforzi compiuti sinora negli ultimi anni dall’Unità di progetto messa in campo dall’amministrazione regionale precedente guidata da Francesco Pigliaru con il supporto di esperti qualificati tra cui il professore spagnolo José Manuel Sanchez-Vizcaino Rodriguez. Docente dell’università veterinaria di Madrid, tra i massimi esperti al mondo di peste suina africana, ma soprattutto colui che è riuscito a sconfiggere la Psa in Spagna, riaprendo il mercato al prosciutto iberico, oggi uno dei salumi più apprezzati al mondo, Vizcaino da sempre sosteneva che la vittoria sulla Psa sarebbe arrivata solo quando sarebbe stata debellata l’illegalità nei campi. «Va trovata una soluzione – ha sempre detto – perché il pascolo brado costituisce un rischio elevato per la diffusione della malattia. Servono regole certe, dure e severe».

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