La Nuova Sardegna

Massimo Zedda attacca: «Giunta confusa su tutto, pensa a nomine e mattoni»

di Luca Rojch
Massimo Zedda attacca: «Giunta confusa su tutto, pensa a nomine e mattoni»

Il leader dei progressisti in Consiglio regionale boccia l’attività dell’esecutivo Solinas. E anche lui si schiera in modo netto contro l’insularità: «Non ci ho mai creduto»

06 dicembre 2019
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CAGLIARI. Per nove mesi ha assistito in prima linea alle attività della maggioranza. Ora il leader dei Progressisti, Massimo Zedda, va all’attacco e punta il dito sul percorso accidentato della giunta Solinas.

Ma Zedda per prima cosa, senza timore, si iscrive nel partito degli scettici sul tema della insularità in costituzione. «Non ci ho mai creduto», dice in modo netto. E Zedda, che della nettezza delle posizioni ha fatto il suo marchio di fabbrica racconta in modo tagliente i primi nove mesi di giunta Solinas. Dalla sanità all’Urbanistica. Dalla trasparenza alle nomine. E non si limita solo a demolire l’operato della maggioranza. Avanza idee e soluzioni.

Mi pare che la sua posizione sull’insularità sia precisa.

«Sì. Io non ci ho mai creduto. Penso che scrivere che la Sardegna sia un’isola non porti automaticamente benefici. Sono convinto che sia meglio attivare rapporti con lo Stato e l’Europa per portare avanti norme di attuazione. E per ottenere agevolazioni dal punto di vista fiscale. Per la ricerca di un principio abbiamo bloccato le zone franche urbane, le zone economiche speciali, i punti franchi doganali. Tutte cose che potevano in breve tempo diventare realtà. Si è preferita la polemica politica. Ci si è fermati nella polemica sterile in cui se non si fa qualcosa per tutto il territorio è meglio non realizzarla. Un errore».

In altre parole lei punta di più su una politica degli atti concreti?

«Io dico che spesso le leggi che ci tutelano ci sono e dobbiamo imparare a utilizzarle. Faccio un esempio. È garantito che sotto i ponti festivi sia necessario incrementare i voli. Provi lei a trovare un posto in aereo per Natale. Stesso risultato avrebbe ottenuto per il ponte dei Santi. Inutile sentire Solinas che dice di essere al lavoro per il futuro. In realtà non riesce ad amministrare un banale presente. Non sappiamo cogliere le opportunità. Non parliamo di porti e aeroporti, che nell’isola devono essere migliorati. Lo scalo di Elmas è al limite della sopportazione del traffico passeggeri, arrivato a 5 milioni. Anche Alghero ha bisogno di un potenziamento. E su Olbia è indispensabile creare un collegamento con la città. Ma di questo non si parla. Di investimenti e infrastrutture la giunta non parla».

Però in questi mesi la giunta ha portato a casa risultati come quella sulla vertenza entrate.

«Ecco anche in quel caso ci sono stati errori. Quando si stipula un accordo con lo Stato si deve stare attenti alla forma, che diventa sostanza. Avevamo dato suggerimenti in aula. Non accolti. Si è scritto nel documento che l’isola deve avere risorse aggiuntive. Ma non si è specificato quali. Qualsiasi governo a venire potrà interpretare come meglio crede quella clausola. E magari considerare come risorse aggiuntive i soldi che arrivano dall’Europa».

Si è parlato anche di gap infrastrutturale.

«E anche in questo caso si è persa un’occasione. Il tema dell’energia è tra quelli di maggiore importanza. Si potrebbe per una volta osare. Pensare che la Sardegna può essere con il suo 1,6 milioni di abitanti la punta avanzata di tecniche energetiche innovative. Si potrebbero anche portare avanti le bonifiche e puntare da una parte a migliorare la tecnologia che cancella la burocrazia e le lungaggini per i cittadini. Si potrebbero sperimentare le agende digitali e tutte le attività che migliorano la vita dei cittadini».

Ma ha idee concrete?

«Certo. Penso per esempio al finanziamento miliardario per eliminare le plastiche dagli oceani. La Sardegna per posizione ha un concentrato di microplastiche. Si potrebbero fare progetti internazionali in collaborazione con la Corsica e il Nord Africa proprio per eliminare le microplastiche e i porti dell’isola potrebbero essere degli avamposti per sperimentare tecniche di cattura delle microplastiche. Credo che si debba guardare al futuro e alle professioni che verranno. Specializziamo i nostri giovani su temi che in questo momento sono al centro del dibattito mondiale e creiamo le condizioni perché restino nell’isola e possano fare della Sardegna un modello. E su questo tipo di sperimentazione Porto Torres mi sembra il posto perfetto. Dopo decenni di promesse a vuoto».

Ma secondo lei la giunta è rimasta inerte davanti a queste opportunità?

«Io dico che non c’è nessun tipo di ragionamento. C’è l’assenza di idee e si preferisce dare la colpa del mancato sviluppo a Roma o a Bruxelles. Alla fine tutto diventa un alibi per non fare».

Il tema della sanità sembra quello in cui la maggioranza trova i maggiori ostacoli.

«I nodi vengono al pettine. Hanno detto in campagna elettorale che avrebbero cancellato la riforma. Oggi siamo al paradosso che difendono la riforma, perché accusati di avere tagliato ospedali. Loro dicono che non ne sono mai stati chiusi. Poi si parla di costruire nuovi ospedali. Certo può essere utile, ma come sempre non si lavora in prospettiva. Non esistono politiche per migliorare la qualità della vita dei sardi e diminuire l’ospedalizzazione. Il tema è mentre devo riparare la strada guardo la mobilità sostenibile».

L’altro nodo che crea distanza è l’Urbanistica.

«Anche in questo campo procedono come al solito in modo confuso e pasticciato. Provano a fare un piano casa e dentro ci mettono norme sull’utilizzo dei litorali e provano a modificare il Ppr. Cercano di stravolgere le regole dell’urbanistica, ma falliranno anche in questo caso perché la legge sarà impugnata dal governo il giorno dopo. Come in passato si cerca di scardinare la cornice del Ppr e non si pensa a fare il quadro: la legge urbanistica. E poi fanno il curioso balletto delle commissioni».

Cosa intende?

«Faccio esempi concreti. I consiglieri di centrodestra vanno in commissione urbanistica e propongono di costruire ville nell’agro con un lotto minimo di 600 metri quadri. In pratica ovunque. Gli stessi consiglieri vanno in commissione agricoltura e dicono che sono con i pastori e i contadini. Ma come fanno gli agricoltori ad acquisire nuovi terreni per i loro fondi se nessuno glieli vende al prezzo di terreni agricoli. Già perché quelle terre su cui con meno di un ettaro ci puoi fare una villa costeranno come se fossero edificabili. Sempre gli stessi consiglieri vanno in commissione in cui si parla di spopolamento e propongono di vendere le case a un euro. Già ma chi compra poi le ville costruite nelle campagne che hai fatto fare con il lotto minimo a 600 metri quadri? Senza contare che poi queste norme popoleranno ancora di più le aree costiere e svuoteranno i centri dell’interno, in cui nessuno vorrà vivere. Mentre nelle grandi città si svuoteranno i centri storici. La realtà è che tu la casa la puoi anche regalare, ma se non crei le condizioni di lavoro e servizi per restare nei paesi tutti andranno via».

C’è una grande polemica anche sulle nomine.

«Ecco su questo devo dire che la giunta si applica. Sembra che siano appassionati e cultori della materia. Un’attività frenetica che non si ferma mai. Su questo non vedono soste. Oggi in prima commissione c’era la proposta per sbloccare i pagamenti di Argea, ma i consiglieri di centrodestra hanno chiesto di discutere prima la legge che riguarda la nomina dei direttori generali. Questo è solo un esempio. In questi mesi sono stati nominati dirigenti esterni. La legge lo consente. Ma in questo modo è stato scelto anche il direttore generale della presidenza. E se c’è un dubbio sulla legittimità della sua nomina potrebbe ricadere anche sugli atti che firma. Dopo di che si scopre che nell’ambito della Regione ci sono otto dirigenti pagati e senza incarico. La Regione li paga e da mesi non hanno neanche un servizio, nel frattempo ci si appoggia a figure esterne. In altre parole paghi persone per restare ferme. Questo genera un possibile danno erariale per centinaia di migliaia di euro al mese».

Cosa pensa dei nove mesi di Solinas.

«Ero preoccupato del programma in campagna elettorale. Le dichiarazioni programmatiche non hanno migliorato la situazione. E in questi nove mesi la giunta si è distinta per l’inerzia e la non attività. I pochissimi atti presi dimostrano la confusione totale e l’assenza di prospettiva. Suggerisco alla maggioranza di mettersi d’accordo almeno su un paio di idee da presentare in modo coerente. Fino a oggi ogni proposta è la negazione di quella precedente. E un’ultima cosa. Forse è meglio che utilizzi i fondi per fare scavi archeologici invece di progettare la costruzione di finti nuraghi in giro per il mondo. Un’idea tanto demenziale che anche il governatore ha cercato di sminuirla».

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