La Nuova Sardegna

Nuoro-Lanusei, materiali scadenti per i viadotti

Nuoro-Lanusei, materiali scadenti per i viadotti

Inchiesta a Napoli: arrestati i due imprenditori vincitori dell’appalto. Indagato il funzionario Anas 

12 dicembre 2019
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SASSARI. C’è anche la Sardegna nell’inchiesta che in Campania ha portato in carcere due imprenditori, Francesco e Salvatore Nicchiniello, con l’accusa di costruire ponti e viadotti con materiali scadenti e di avere corrotto funzionari pubblici per nascondere la cattiva esecuzione dei lavori. Tra gli indagati infatti c’è anche il funzionario del compartimento Anas della Sardegna, Antonio Giacobbe, in relazione a lavori stradali eseguiti dai Nicchiniello sulla Nuoro-Lanusei. L’impresa dei due imprenditori casertani, padre e figlio, faceva parte di una Ati si era aggiudicata nel 2014 una gara d’appalto per i lavori di manutenzione straordinaria sui viadotti Navile e Sa Pruna della strada statale 389 di Buddusò e del Correboi. Ed è proprio a quei lavori che fa riferimento l’inchiesta della Procura di Napoli. In base al provvedimento con cui il Gip ha disposto l’arresto, per vincere la gara in Sardegna i due imprenditori «non hanno esitato a corrompere il funzionario Anas competente, che è indagato con altre persone, e a impiegare minori quantità di fibre di carbonio e un acciaio di qualità inferiore (S355 al posto di S355 Jow), seppur pagato al costo di quello migliore, o a usare pali non certificati e non saldati a quelli esistenti, il tutto per nascondere la cattiva esecuzione del manto stradale».

L’inchiesta ha coinvolto per vicende corruttive anche le amministrazioni dei comuni casertani di Villa Literno e Lusciano; in particolare il sindaco di Villa Literno, Nicola Tamburrino, è finito ai domiciliari, mentre quello di Lusciano, Nicola Esposito, è stato solo indagato, nonostante la Procura ne avesse chiesto l'arresto. Gli inquirenti descrivono un sistema illecito ben definito, basato sul pagamento di tangenti a funzionari pubblici e sulla conseguente riduzione all'osso dei costi, soprattutto per i materiali. Un modus operandi emerso in tutti i lavori realizzati dai Nicchiniello, dalla Sardegna alla Campania. Stando a quanto emerge dalle carte, i due costruttori dichiaravano alle pubbliche amministrazioni appaltanti, falsificando verbali e documenti con la complicità di funzionari pubblici, di aver usato i materiali migliori, venendo così pagati profumatamente.

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