La Nuova Sardegna

Commercio e industria, 3500 buste paga in bilico in Sardegna

di Silvia Sanna
Commercio e industria, 3500 buste paga in bilico in Sardegna

Allarme per gli esuberi annunciati negli ipermercati ex Auchan passati a Conad. Nel Sulcis verso la svolta Eurallumina e Sider Alloys, nel limbo Aias e Rwm

02 gennaio 2020
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SASSARI. Dodici mesi dopo la vita è cambiata per moltissimi di loro e l’anno nuovo inizia con un grande punto di domanda. Per altri, al contrario, è stata una chiusura d’anno con il botto, dopo tanta attesa e speranze deluse: finalmente la svolta sembra essere dietro l’angolo. E poi c’è chi ormai è in purgatorio da tempo, tra lo stipendio che non arriva e il lavoro sempre più incerto. In totale è un esercito di circa 3500 persone che nel 2020 si augura di avere certezze, un lavoro sicuro. Le vertenze aperte sono tante e alcune non si chiuderanno tanto presto. Altre invece sono alla stretta finale: si tratta dell’Eurallumina e della Sider Alloys (ex Alcoa), le industrie di Portovesme che alla luce degli ultimi accordu dovrebbero a breve rimettersi in marcia. Nebbia fitta invece per quanto riguarda gli operai della Rwm di Domusnovas: il futuro della fabbrica di armamenti del Sulcis e dunque dei dipendenti è legato a doppio filo alle scelte del governo nazionale. Ed è inserita in una vertenza nazionale molto più ampia anche la battaglia dei lavoratori ex Auchan, in bilico dopo l’acquisizione da parte di Conad che ha annunciato una radicale riorganizzazione e moltissimi esuberi.

Il Sulcis in bilico. Le buone notizie sono arrivate nel pacco di Natale per Eurallumina e Sider Alloys. Lasciapassare alla Valutazione d’impatto ambientale nel primo caso da parte della Regione, che significa via libera all’atteso revamping degli impianti della fabbrica dell’alluminio. E accordo sul prezzo dell’energia per quanto riguarda l’ex stabilimento Alcoa rilevato più di un anno fa dal fondo svizzero guidato dall’ad Giuseppe Mannina: ora la produzione del pvc potrà ripartire e i circa 900 operai sinora parcheggiati potranno ritornare al loro posto. E la Sardegna ricomincerà a produrre e ad esportare un prodotto considerato di ottima qualità che sino a qualche anno fa veniva sfornato nel Sulcis e nel polo di Porto Torres, nello stabilimento della Vinyls. Sempre nel Sulcis, gli operai Rwm attendono risposte dal governo che a luglio ha bloccato per 18 mesi l’export di armamenti verso l’Arabia Saudita. Una decisione che ha spinto l’azienda a ridurre il personale per carenza di commesse: entro dicembre 2020 il governo dovrà prendere una decisione definitiva sulle esportazioni, vietandole o autorizzandole per sempre. Nel frattempo 160 dei 350 dipendenti sono in stand by.

La telenovela Aias. Undici le mensilità arretrate, un paio di stipendi pagati di recente grazie al concordato autorizzato dal tribunale. Un piano industriale che ancora non c’è e una montagna di debiti accertati: 83 milioni di euro accumulati dall’Aias dei Randazzo, di cui 10 nei confronti dei dipendenti. Una somma altissima che ha spinto il tribunale a sollecitare il fallimento per le quattro società di famiglia. Il calendario è agli sgoccioli: entro il 16 febbraio si conoscerà il destino dell’associazione che si occupa di assistenza sanitaria in convenzione con la Regione, e di conseguenza dei circa 1000 lavoratori che si occupano quotidianamente di 3000-3500 pazienti.

Supermercati nel caos. L’avevano presentata come una operazione indolore e sembrava che ci fossero i presupposti: Conad, gigante della grande distribuzione in crescita, che acquista le strutture di Auchan, altro colosso in crisi, con l’obiettivo di risollevarlo. La parola d’ordine è riorganizzazione e la sua declinazione da parte di Conad ha prodotto quasi 6200 esuberi di cui 3105 non ricollocabili. In Sardegna, dove in particolare a Olbia si attende la sentenza dell’Antitrust sulla contrapposizione di insegne, si teme uno spezzatino. A tremare sono 738 dipendenti dei 4 iper ex Auchan, di cui 350 potenziali esuberi. Il 9 si riunirà il tavolo Regione-sindacati: l’obiettivo è regionalizzare la vertenza e salvare – al netto di scivoli e prepensionamenti – il numero più alto possibile di posti di lavoro.

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