La Nuova Sardegna

Ultrasuoni contro i tumori perizia su tre decessi

di Giusy Ferreli

La dottoressa Puddu, già radiata, è accusata di omicidio volontario

09 gennaio 2020
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LANUSEI. L'accusa più pesante per la dottoressa Alba Veronica Puddu è di quelle da far accapponare la pelle: omicidio volontario con dolo eventuale. E prima di disporre un eventuale rinvio a giudizio di fronte alla Corte d'assise di Cagliari a carico del medico estetico di Tertenia, accusato di curare gravi patologie tumorali con gli ultrasuoni, il giudice per l'udienza preliminare di Lanusei Nicola Clivio vuole vederci chiaro. Per questo motivo ieri mattina ha affidato al professor Ernesto d'Aloja, docente di Medicina legale all'Università di Cagliari, l'incarico di verificare se esista una correlazione tra la condotta del medico e la morte di alcuni suoi pazienti. Il quesito, inizialmente limitato ad un unico caso per il quale viene contestato il reato più grave, ovvero il decesso di Fiorenzo Fiorini, è stato esteso, su richiesta delle parti civili, anche alle morti di altri due pazienti: Franco Garau e Davide Spanu. D'Aloja, che dopo il giuramento di rito darà il via alla perizia il 30 gennaio nell'ospedale cagliaritano San Giovanni di Dio, si è preso 90 giorni di tempo per mettere le sue deduzioni nero su bianco. Deduzioni che verranno illustrate nel corso dell'udienza fissata per il prossimo 28 maggio alla presenza di periti e consulenti di parte: il pubblico ministero Gualtiero Battisti si è affidato al professor Marco di Paolo dell'Università di Pisa e all'oncologo padovano Pier Franco Conte; i difensori di Puddu, Michele Zuddas e Nicola Andrea Oggiano, si sono rivolti al medico legale Vincenzo Collu mentre le parti civili (rappresentate ieri dall'avvocato Gianfranco Sollai) hanno incaricato il professor Roberto Demontis. L'indagine a carico della dottoressa ogliastrina, accusata anche di circonvenzione di incapace, truffa aggravata e lesioni, è partita dopo una inchiesta trasmessa nel novembre 2107 da "Le Iene" su Italia 1. Nel corso del servizio venivano segnalati casi di malati oncologici che avevano abbandonato i protocolli tradizionali per le terapie proposte da Alba Veronica Puddu, in particolare gli ultrasuoni. Sull'onda del clamore mediatico suscitato dal caso, nel 2018, la Procura di Lanusei guidata da Biagio Mazzeo ha sequestrato nell'ambulatorio di Tertenia parte della sua strumentazione medica ma anche computer, dispositivi informatici e telefonici, agende a altra documentazione per poi formulare a luglio la richiesta di rinvio a giudizio. Ma i guai per la dottoressa ogliastrina sono continuati anche con risvolti sul piano professionale: il giudice per le indagini preliminari Francesco Alterio ha interdetto la donna dall'esercizio della professione medica per un anno. Ma prima ancora Alba Veronica Puddu è stata sottoposta alla sospensione da parte dell'Ordine dei medici di Nuoro, sospensione seguita da un provvedimento di radiazione contro il quale i legali della donna hanno già presentato opposizione. Bisognerà attendere ancora qualche mese per sapere se Puddu, che assicurava la guarigione da gravissime malattie grazie a metodi alternativi - cure che secondo l'accusa non avrebbero prodotto alcun effetto positivo sui malati oncologici, anzi in alcune circostanze sarebbero state all'origine della morte- andrà a processo e con quali capi di imputazione. La parola passa ora agli esperti che a suon di perizie dovranno convincere il giudice sul non luogo a procedere o sul rinvio a giudizio.

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