La Nuova Sardegna

Morto dopo la caduta l’accusato torna in libertà

di Giusy Ferreli
Morto dopo la caduta l’accusato torna in libertà

La versione del 19enne: era ubriaco e mi insultava ma io non l’ho spinto  

19 gennaio 2020
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BARI SARDO. La vita di un uomo ancor giovane stroncata su un marciapiede a causa di una lite. Un ragazzo poco più che adolescente schiacciato da una vicenda più grande di lui. E mentre un paese attonito, Bari Sardo, questo pomeriggio alle 15,30 si prepara a dare l’ultimo saluto a Massimo Piroddi nella chiesa di Nostra Signora di Monserrato, la giustizia va avanti e fa il suo corso. Daniele Loi, il 19enne accusato di aver ucciso, spingendolo a terra, il compaesano di 43 anni dopo un furibondo litigio scoppiato in un bar del paese mentre tutto intorno ai falò impazzavano i festeggiamenti in onore di Sant’Antonio Abate, ieri mattina è tornato in libertà. «Lui era ubriaco: ha insultato pesantemente me e mio padre alla presenza di tante persone e io ho reagito. Ha cercato di colpirmi e mi sono difeso alzando le mani ma non l'ho colpito». Così il ragazzo si è difeso nell’interrogatorio di garanzia di fronte al giudice per le indagini preliminari, Giampaolo Piana, avvenuto alla presenza del suo difensore, l’avvocato Francesco Serrau, nel carcere di Lanusei. Loi ha ripetuto al gip ciò che aveva detto ai carabinieri del paese che lo hanno arrestato qualche ora dopo e cioè che non aveva nessuna intenzione di uccidere Piroddi. Nella tarda mattinata di ieri il giudice del tribunale di Lanusei ha depositato l'ordinanza relativa alla richiesta di convalida dell'arresto del giovane. Per lui, il pubblico ministero, Andrea Schirra, aveva chiesto gli arresti domiciliari contestandogli l'omicidio preterintenzionale del fabbro, separato e padre di un ragazzino di 14 anni. Ma il gip non solo non ha convalidato l'arresto, perché eseguito dai carabinieri del paese dopo che il fatto era avvenuto e non in flagranza, ma, valutata la personalità del ragazzo e ritenuto non sussistesse né il pericolo di fuga né il rischio di reiterazione del reato o la possibilità di inquinare le prove, ha deciso di non applicare alcuna misura cautelare. Loi, che aiuta il padre Ulisse venditore ambulante di scarpe nei mercatini dell'Ogliastra e lavora a giornata in campagna, è tornato a casa. In quella stessa casa dove i militari lo avevano trovato a letto mentre dormiva, a qualche ora dal fattaccio avvenuto in pieno centro, in corso Vittorio Emanuele poco dopo la mezzanotte del 17 gennaio. Non si sa se consapevole o meno di quanto accaduto prima. La ricostruzione dell’episodio culminato nella tragica morta di Massimo Piroddi, i cui familiari si sono rivolti all’avvocato Paolo Pilia per essere tutelati nell’eventuale procedimento a carico di Loi, oramai sembra acclarata. Dopo la lite, iniziata all’interno del bar “Il Panino”, e la reazione del ragazzo, l’uomo è caduto a terra sbattendo violentemente il capo sul selciato. A nulla è servito l’intervento degli operatori del 118 che hanno tentato di rianimarlo per più di mezz'ora in una pozza di sangue. Alla stessa maniera non ci sono dubbi sulla causa della morte di Piroddi: emorragia intracranica da trauma. Questo è quanto emerso dall’autopsia disposta dal magistrato. Nel pomeriggio nell’ospedale di Lanusei il medico legale cagliaritano Nicola Lenigno ha eseguito la perizia necroscopica, servita a confermare l’ipotesi iniziale e cioè che a provocare il decesso sia stato il forte impatto al suolo. Lo specialista avrà 90 giorni di tempo per depositare la relazione con gli esiti di tutti gli accertamenti eseguiti sul corpo dell'uomo. Se poi la caduta sia imputabile alla spinta data da Loi – come sostiene la Procura di Lanusei – o al fatto che Massimo Piroddi sia barcollato e caduto da solo – come invece racconta Loi – sarà, eventualmente, un processo a stabilirlo. Rimane l'amarezza e il dolore per una morte senza un perché , sopraggiunta brutalmente all'inizio del Carnevale in una famiglia già profondamente segnata dal dolore. Interprete del dolore dei familiari e di una comunità affranta, il sindaco Ivan Mameli. «C'è tanta tristezza e tanta amarezza per quanto accaduto» ha commentato il primo cittadino all'indomani del tragico episodio.

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