La Nuova Sardegna

agricoltura sarda a rischio 

Cimice asiatica, arriva un’altra insidia

Cimice asiatica, arriva un’altra insidia

Coldiretti: «Possibile invasione dalla primavera per l’insetto killer»

30 gennaio 2020
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SASSARI. C’era anche una delegazione di agricoltori sardi alla mobilitazione del settore per fermare i danni senza precedenti provocati, per ora nel nord Italia, dalla cimice asiatica, senza che siano state attivate misure di sostegno comunitarie adeguate a fronteggiare una vera calamità naturale. Si è svolta nella prima giornata della Fieragricola di Verona e grazie a un report prodotto da Coldiretti è stato fatto il punto sul problema delle specie aliene portate nelle campagne italiane dai cambiamenti climatici e dalla globalizzazione degli scambi.

Dopo l’invasione di cavallette dell’inizio dell’estate scorsa in provincia di Nuoro, c’è da ricordare la presenza della Drosophila suzukii il moscerino killer dei piccoli frutti che ha dimezzato soprattutto le ciliegie del Villacidrese. Le castagne sono state colpite del cinipide galligeno del castagno, il Dryocosmus kuriphilus. Oltre al punteruolo rosso che ha fatto strage di palme, l’eucalipto (l'unica pianta che dava una produzione costante di miele) è stato falcidiato da psylla e peregrinus. E ora l’agricoltura sarda trema per l’imminente arrivo della cimice asiatica, l’insetto killer dei raccolti che ha fatto 740 milioni di euro di danni a livello nazionale nel corso del 2019 secondo elaborazioni Coldiretti su dati Cso. La lotta alla cimice asiatica è particolarmente difficile perché è in grado di nutrirsi praticamente di tutto, si muove molto ed è resistente anche ai trattamenti fitosanitari. Gli esperti dell’università di Sassari hanno già registrato la presenza dell’insetto nell’isola e ne stanno monitorando la diffusione. Allo stato attuale, si parla di “aumento degli svernanti”, fase che precede i primi ritrovamenti sui campi, forse dalla prossima primavera. Il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini chiede una task force e mette sotto accusa le frontiere colabrodo dell’Ue, che consentono l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati. «L’intero comparto agricolo sta facendo i conti da anni con ingenti perdite dovute a epizoozie e insetti killer – dice il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – Un peso che aumenta di anno in anno e cresce con l’impatto dei cambiamenti climatici. I danni all’agricoltura avranno ripercussioni anche sull’ambiente e sul territorio». «I cambiamenti climatici non sono più solo un pericolo futuro ma li stiamo già vivendo – dice il direttore Luca Saba – L’agricoltura è il settore che per primo e più di tutti ne subisce le conseguenze con calamità estreme e l’invasione di nuovi insetti alieni. Ribadiamo la necessità di un forum permanente sul tema. Limitandosi a tamponare le emergenze il cammino non è lungo». (a.palm.)



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