La Nuova Sardegna

Sgarbi: «È Biasi il big dei pittori del ’900 isolano»

Paolo Curreli
Sgarbi: «È Biasi il big dei pittori del ’900 isolano»

Lo storico dell’arte: «Uomo colto e intelligente sicuramente uno dei grandi artisti italiani»

31 gennaio 2020
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SASSARI. «Il più importante pittore sardo del Novecento, è sicuramente uno dei grandi italiani: Quindi ottima scelta». È il commento di Vittorio Sgarbi per Giuseppe Biasi, l’artista che apre la collana di monografie “Maestri dell’arte sarda”, in edicola da domani con la Nuova. «Un uomo colto e intelligente, un pittore completo con la tendenza verso un meraviglioso universo esotico – aggiunge il critico e storico dell’arte –. Un narratore di sogni che racconta un mondo contadino e pastorale ma felice, dove non c’è il male dove non c’è la morte, un mondo fiabesco. Una visione e una leggenda piena di poesia».

Realismo magico. Le opere di Giuseppe Biasi e quelle di altri talenti sardi sono in mostra al Mart di Rovereto fino a febbraio in colloquio con quelle degli artisti contemporanei del Nord-est nel progetto ideato da Sgarbi dal titolo “Il Realismo Magico nell’Arte Sarda. La Collezione De Montis”. «Il realismo magico è la formula più corrispondente al primo periodo di Giuseppe Biasi – spiega Vittorio Sgarbi –, e a questa dimensione esotica che gli appartiene e che viene confermata nella sua produzione relativa al suo viaggio in Africa, un’esperienza molto interessante». Biasi era nato a Sassari nel 1885 e morì in circostanze tragiche nel 1945 a Biella. Ucciso durante un tafferuglio perché si credeva fosse un collaboratore dei tedeschi. Nonostante fosse sempre stato osteggiato dalla critica del regime fascista. Era un aristocratico cittadino affascinato dalla Sardegna più profonda e arcaica, di cui fu un cantore ineguagliabile. Tra la sua opera e Sgarbi fu subito “colpo di fulmine”, quando nel 1992 il critico scoprì la sua pittura a Sassari ospite di Stefano e Maria Pia De Montis.

Innamorato di Teresita. «Biasi è il rappresentante del prezioso patrimonio di arte sarda, che ho potuto studiare e approfondire attraverso la conoscenza della collezione dei coniugi De Montis a Sassari, a cui sarò sempre grato per questa vera e propria rivelazione – racconta Vittorio Sgarbi –. Per la copertina del catalogo della mostra del Mart abbiamo scelto il suo ritratto “Teresita” del 1920, un dipinto della raccolta De Montis di cui mi ero innamorato tanti anni fa, un olio impregnato dello spirito di Velázquez. Il padre spirituale dei costumbristi spagnoli che influenzano non poco il revival folclorico che affascina Biasi. Così ogni volta che ne ho avuto la possibilità ho acquistato opere di Biasi», conferma Sgarbi, che possiede un grande quadro dell’artista sassarese con degli splendidi costumi sardi.

La scoperta di un mondo. «Ricordo bene quelle giornate – conferma il collezionista Stefano De Montis –. Vittorio era in Sardegna per la campagna elettorale per le europee del 1992, della Sardegna conosceva i grandi antichi, come il Maestro di Castelsardo o il Maestro di Ozieri, e in quei giorni, gli si aprì un mondo. Naturalmente non cederei la mia “Teresita” per niente al mondo e quindi Vittorio Sgarbi fu costretto a cercare un altro pezzo di Biasi e trovò uno splendido “Corteo nuziale” del periodo milanese. Un dipinto davvero importante per dimensioni e qualità». Fu a casa De Montis a Sassari, che Sgarbi scoprì il patrimonio dell’isola. Visite frequenti, precedute dalla telefonata dell’amico comune Enzo Mazzarella, il maggior esperto allora di arte del Novecento italiano. Sgarbi sulla spinta delle conoscenze di quel giorno prese lo spunto per informarsi su tutti gli altri artisti sardi. «Si devono a Vittorio Sgarbi la diffusione e la valorizzazione dei nostri artisti – dice De Montis –, alcuni da lui proprio “scoperti” come il del tutto sconosciuto Brancaleone da Romana e le sorelle Coroneo, e il conseguente interesse di un pubblico sempre più vasto non solo sardo ma di tutta Italia». «Io mi sento un po’ sardo, ho un rapporto molto forte con la Sardegna, un’isola che è diventata una parte di me, che mi ha eletto in Parlamento – sottolinea Vittorio Sgarbi –. Non è un rapporto fazioso o sentimentale, ma mi sento investito dell’obbligo di dover rappresentare il grande patrimonio dell’isola. Un continente vasto e variegato, dove anche grandi personalità non sono riuscite a varcare i confini e farsi conoscere come meriterebbero».

Un grande estimatore. Sgarbi ha anche portato, come direttore artistico, le opere di Biasi e degli altri talenti sardi del Novecento nella mostra di Castellabate che ha fatto da cornice al premio Pio Alferano 2019, dedicato al generale dei carabinieri autore della modernizzazione del nucleo di tutela del patrimonio artistico. Biasi ha, quindi, tra i suoi estimatori una personalità di prima grandezza della critica e della storia dell’arte come Vittorio Sgarbi e la collana dedicata ai grandi nomi dell’arte sarda, proposta dalla Nuova, è un altro importante tassello per la promozione di un patrimonio che deve essere ancora maggiormente conosciuto.

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