La Nuova Sardegna

Ancora risse e aggressioni nel Cpr di Macomer, arriva la Prefetta

Giulia Serra
Ancora risse e aggressioni nel Cpr di Macomer, arriva la Prefetta

Proseguono gli scontri tra gruppi di clandestini. Il personale medico ha paura

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MACOMER. Fuori si sente solo il silenzio imbarazzato dei casi complicati, dentro regna il caos delle situazioni fuori controllo. Il Cpr di Macomer è ancora una polveriera e se la visita lampo della prefetta di Nuoro, Anna Aida Bruzzese, è stata coperta dal più stretto riserbo senza nemmeno una dichiarazione di circostanza, le mini rivolte che accedono le notti del Centro di rimpatrio sono di pubblico dominio. L'ultima notizia trapelata è della notte scorsa: migranti di etnie diverse si sarebbero scontrati utilizzando come coltelli i pezzi di una porta fracassata. Il bilancio dello scontro per fortuna non è tragico, si parla di qualche ferito, ma il futuro sembra sempre più complicato. Non ci sono commenti ufficiali, nemmeno dopo la denuncia presentata dal personale sanitario. Qualcosa, però, sembra muoversi. Il segnale è arrivato nella tarda mattinata di ieri, quando la prefetta Anna Aida Bruzzese ha visitato la struttura dove, da meno di un mese, arrivano i migranti etichettati come irregolari che provengono da centri come Taranto, Torino e Trapani. Una visita coperta dal più assoluto riserbo, che potrebbe essere legata – oltre che ai numerosi episodi di tensione degli ultimi giorni – alla presa di posizione di chi dovrebbe garantire l'assistenza sanitaria ai “trattenuti” ma che invece, alla prova dei fatti, non si trova nelle condizioni di poter svolgere il proprio lavoro in sicurezza, tanto da mettere sul tavolo la possibilità di rassegnare le dimissioni.

I nuovi arrivi. Mentre il Cpr riceveva la prefetta Bruzzese, a Macomer arrivava la notizia dello sbarco di sei algerini sulla spiaggia di Sa Colonia, nel territorio di Chia. I sei sono stati bloccati dai carabinieri e, dopo le procedure di identificazione, sono stati assegnati dal questore di Cagliari proprio al Centro del Marghine. Si tratterebbe quindi dei primi “ospiti” - nonostante la struttura sia praticamente al completo - inquadrabili nel target definito dall’accordo tra ministero dell'Interno, Regione e Comune di Macomer, che individuava nei migranti di nazionalità algerina sbarcati direttamente sulle coste dell'isola i fruitori principali, se non esclusivi, della struttura macomerese.

La segnalazione al ministero. Intanto il caso delle aggressioni agli infermieri e delle tensioni denunciate dagli operatori sanitari, e raccolte dalla Nuova Sardegna, è finito sul tavolo della ministra dell'Interno Luciana Lamorgese. La segnalazione è arrivata da Eugenio Zoffili, deputato della Lega e presidente del Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen: «Uno Stato civile non può permettersi di tollerare le violenze gravissime segnano la quotidianità di chi lavora al Cpr di Macomer – ha dichiarato il deputato –. Le aggressioni al personale sanitario, le continue minacce, le risse tra i migranti trattenuti in attesa di rimpatrio sono solo gli episodi più gravi di una situazione che necessita di una soluzione urgente». La Lega chiede al ministero un intervento immediato per garantire una maggiore sicurezza al personale impiegato nel centro e Zoffili annuncia anche che la segreteria del Comitato bilaterale Schengen si è già attivata per organizzare una visita ufficiale a Macomer, da programmare al più presto.

Le reazioni. Sul fronte politico macomerese, il dibattito attorno alla questione del Centro per migranti sembra non trovare convergenze. La vice sindaca Rossana Ledda difende la scelta di ospitare il Cpr e lo fa in un’ottica di “opportunità” per la città, annunciando di aver chiesto ed ottenuto l’istituzione di un organismo di raccordo tra Regione, Prefettura, Comune ed ente gestore “che vigili sulle condizioni di sicurezza delle persone trattenute e della popolazione”. «Il Cpr è una bomba sociale, sia dentro sia fuori», è invece la stroncatura dall'ex sindaco Riccardo Uda, mentre l’ex consigliera di minoranza Marialuisa Muzzu, pone l’accento sul modello Cpr come struttura ingestibile e attacca: «Rossana Ledda sembra al corrente di quanto sta accadendo nel Centro, nonostante in qualità di massimo rappresentante cittadino abbia il dovere di verificare e di denunciare i fatti».

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