La Nuova Sardegna

I sindacati attaccano: «La sanità è allo sfascio»

di Stefano Ambu

Sit in davanti alla sede Ats: o cambia la situazione o siamo pronti allo sciopero Il commissario Steri incontra una delegazione: fissato un cronoprogramma

18 febbraio 2020
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CAGLIARI. Una protesta che investe tutta la sanità: dai rapporti azienda-dipendenti per i passaggi di fascia del personale e per la produttività 2018-2019. Ma che poi va ad allargarsi ai pilastri del sistema: dalla stessa sopravvivenza dell'Ats alla riforma sanitaria che ancora non si vede. Una mobilitazione che entra anche nelle corsie degli ospedali. Evidenziando i problemi dei lavoratori legati alla carenza del personale. E che quindi si ripercuotono su chi sta nelle stanze: i pazienti. Ieri un sit in (organizzato da Cgil, Cisl, Uil, Fials, Nursind, Nursing Up e Rsu Ats) davanti alla sede regionale dell'Azienda della tutela della salute in via Piero della Francesca a Cagliari. Ma le minacce sono due: stato di agitazione e poi sciopero. «Protesto per una sanità migliore». È la scritta sulla pettorina arancione indossata da decine di dipendenti in rappresentanza delle migliaia di lavoratori di tutta l'isola, da Sassari a Olbia, passando per Nuoro e Oristano. Oltre duecento lavoratori si sono presentati all'appuntamento delle 10.30 con bandiere e fischietti. Molte proteste. «Stiamo chiedendo un impegno concreto – bha detto durante la manifestazione Nicola Cabras, Cgil – se non ci dovessero essere risposte, siamo pronti ad andare avanti con la proclamazione dello stato di agitazione». Insomma, prove tecniche di sciopero.

«Vengano a lavorare al posto nostro – ha detto un’infermiera – per vedere cosa succede in corsia». Uno dei problemi sollevati da sindacati e lavoratori è quello della carenza di personale. E con quota cento la situazione rischia di peggiorare. «Sarebbe opportuno rivedere la stessa Ats – spiega Alessandro Floris della Cisl- perché il territorio ne sta risentendo troppo. Questo è solo l’inizio. Le risposte? Ci vuole la volontà di cambiare le cose». E diventa battaglia anche su ore e straordinari: «Gli organici – ribadisce Massimo Marceddu, Uil– sono allo stremo».

Ad assistere all’assemblea anche un gruppo di consiglieri regionali: tra loro Massimo Zedda, Francesco Agus e Maria Laura Orrù dei Progressisti. Una delegazione di rappresentanti sindacali è stata ricevuta dal commissario dell’Ats Giorgio Steri. «L’Ats non ha migliorato le condizioni dei lavoratori, ma neanche offerto ai cittadini sardi un servizio sanitario efficace ed efficiente: per questo auspichiamo che venga discussa al più presto una vera riforma del sistema sanitario che dia davvero risposte ai cittadini e ai lavoratori», ha dichiarato la segretaria generale della Uil Fpl Sardegna, Fulvia Murru al termine dell’incontro con i vertici aziendali. «La mobilitazione del personale è servita a svegliare i vertici dell’Ats – spiega –. Siamo soddisfatti per l’apertura ricevuta e ci siamo lasciati con un cronoprogramma per analizzare e superare le varie criticità emerse». Dopo una lunga trattativa che si protraeva dal mese di novembre - questa la posizione di Ats - la direzione ha trovato l'accordo con le principali sigle. «I temi all'ordine del giorno erano la premialità e la produttività dei lavoratori del comparto – spiega l'azienda – Tutti i punti sono stati condivisi nel rispetto delle normative vigenti e con la volontà di valorizzare il personale del ruolo tecnico, amministrativo e sanitario di Ats».

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