La Nuova Sardegna

Energia, la Regione: rilancio industriale solo con centrali a gas

di Giuseppe Centore
Energia, la Regione: rilancio industriale solo con centrali a gas

I piani di Solinas, ma resta il nodo dell’approvvigionamento  

23 febbraio 2020
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CAGLIARI. La Regione ha un piano B per salvare quel poco che rimane del sistema industriale del primario. Lo ha detto il presidente Solinas alcuni giorni fa nel corso di un forum promosso da Radiocor nella sede romana del Sole 24 Ore. Un piano percorribile se l’ipotesi di assicurare tariffe elettriche a Sider Alloys (ex Alcoa) tramite Enel non andasse a buon fine. «Per sbloccare la vertenza dell'ex Alcoa stiamo lavorando perché si possano garantire le fideiussioni relative al contratto di fornitura dell’energia con Enel, ma stiamo seguendo anche l'ipotesi di mettere a sistema quello che faranno i vicini di stabilimento, cioè Eurallumina. Occorre rimettere in funzione l’intera filiera per garantire vantaggi reciproci ed esternalità positive». Per Solinas ci sono passi in avanti per le garanzie sulla fideiussione e le garanzie che Enel ha chiesto a Sider Alloys per concedere la tariffa agevolata proposta dal governo e fattibile con le attuali normative europee (97 milioni), ma «dall’altro stiamo valutando che con la ripartenza di Eurallumina è prevista anche l'autoproduzione di energia con centrale dedicata a Portovesme, sulla quale si potrebbe fare affidamento anche per Sider Alloys».

Solinas non ha spiegato come questo incastro di carte si possa realizzare in concreto, ma sembra di capire che la Regione stia pensando a due gruppi da almeno 400 megawatt l’uno da collocarsi a Portovesme, vicino ai due impianti di Eurallumina e Sider Alloys oggi fermi. Non potranno andare a carbone, ma come da programmi governativi, a gas. Uno sarebbe quasi dedicato ai due impianti della filiera dell’alluminio mentre l’altro sostituirebbe la centrale a carbone che secondo il 2025 andrebbe spenta.

Il calendario però non è dalla parte di Solinas. Costruire due centrali a gas non è come realizzare una torre di mattoncini Lego, e solo per le autorizzazioni ci vorrebbero per bene che vada cinque anni. Le imprese sono disposte ad attendere? Esistono soluzioni-ponte alternative? Ad oggi non si conoscono. Ma sono altri due elementi a far dubitare della praticabilità del progetto: la logistica e il prezzo della materia prima.

La logistica. Non saranno i depositi costieri dell’Oristanese a risolvere il problema dell’approvvigionamento del combustibile per le centrali del sud e del nord Sardegna (dove l’impianto di deposito e rigassificatore è addiritturea solo in fase di progettazione di massima). Sia per le dimensioni ridotte, solo 9mila metri cubi, pari a quattro giorni di esercizio per una centrale a gas, che per le intenzioni dei proprietari delle infrastrutture, interessati soprattutto al mare e non alla terraferma. Il deposito di Higas, in costruzione, che quello di Edison, autorizzato, infatti sono pensati per far parte di una rete di depositi nati per alimentare le navi a metano. Higas lo ha fatto intendere. Edison lo ha scritto nella sua relazione per il deposito di Brindisi, che diventerà il punto intermedio per il gas da Ravenna a Santa Giusta, sempre per le navi a metano, e non certo deposito per il metano per le necessità di privati e azienda sarde. Altro che anticamera della metanizzazione per l’isola.

Il prezzo. La Regione spinge per la dorsale e per un prezzo per gli utenti simile a quello dell’area centro-sud. Il dibattito ha visto catalizzare l’attenzione sulla dorsale, infrastruttura fondamentale per garantire sicurezza al sistema o simbolo di tutti i mali a seconda dei punti di vista, ma il vero problema, che si ricollega ai desiderata di Solinas e che non è stato per nulla affrontato, è il prezzo del gas. Oggi in Italia questo è determinato dal prezzo del mercato tedesco con un surplus di 2 euro a megawattora prodotta dovuto alla logistica. Il rischio è che nel futuro la revisione dei sistemi tariffari europei e la dipendenza della Germania dal gas russo crei ulteriori svantaggi per l’Italia e per l’isola che si affaccerebbe al gnl con un costo logistico elevato. Ecco perché nonostante i 5 Stelle il Tap, il gasdotto transadriatico, è stato realizzato. Porterà il gas dall’Azerbaigian all’Europa passando per Turchia, Grecia e Albania, diversificherà le forniture e sarà un modello anche per lo sviluppo del matrimonio gas+idrogeno, in studio da Snam. Il gas azero potrebbe arrivare con le gasiere in Sardegna a un costo inferiore al gnl, ma servono infrastrutture nell’isola capienti e funzionali.

Il gas. Èdal gas si dovrà passare per arrivare, quando ci si arriverà, alla decarbonizzazione completa. Secondo Confindustria, nei prossimi dieci anni il prezzo dell’elettricità, per oltre il 50 per cento delle ore prodotte, sarà determinato dal prezzo del gas. Se per le famiglie non ci sarà differenza perché le tariffe sono stabilite dall’autorità per le reti, per le imprese il discorso cambia. Avere un prezzo del gas all’ingresso elevato comporta avere tariffe alte. Una soluzione per Confindustria è realizzare al più presto più rigassificatori, e non dipendere, come ora per il gnl, dalla Spagna, che da ovest guarda i depositi costieri sardi come opportunità di incrementare le vendite. Ai loro prezzi però.

@gcentore. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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