La Nuova Sardegna

Omaggio alla Brigata Sassari inaugurato il monumento

di Giovanni Bua
Omaggio alla Brigata Sassari inaugurato il monumento

A tagliare il nastro con una “arburesa” il generale Di Stasio e il sottosegretario Calvisi Festa in piazza Castello tra due ali di folla sulle note dell’inno dei “Dimonios”

25 febbraio 2020
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SASSARI. Un taglio netto con l’affilatissima “arburesa” regalata ad Andrea Di Stasio dai suoi sassarini. Tenuta stretta in mano dal comandante della Brigata e dal sottosegretario della Difesa Giulio Calvisi. E Dimonios, il celebre e amatissimo inno dei “Diavoli Rossi” che esplode come un tuono, cantato a piena voce da tutti i presenti nella piazza: autorità civili, religiose e militati, i familiari dei caduti, gli alunni della scuola elementare cittadina intitolata a Sandro Pertini, tante persone che, con il passare delle ore, si sono assiepate sempre più numerose sulle transenne che incorniciavano da mattina presto piazza Castello.

È stata baciata dal sole la cerimonia di inaugurazione del monumento dedicato ai Diavoli Rossi: una colonna di granito di Alà dei Sardi che si staglia verso il cielo, ricca di simboli e significati, che da oggi diventerà parte integrante dell’arredo urbano cittadino ma anche della storia della gloriosa Brigata Sassari.

«Dedicare un monumento agli uomini e alle donne della Brigata Sassari è il giusto riconoscimento del valore militare e dell’eroismo dei soldati che si sono sempre contraddistinti per la loro capacità professionale, non solo nelle operazioni di sicurezza sul territorio nazionale, ma anche nei teatri operativi all’estero. È noto il contributo nella prima guerra mondiale, pagato con migliaia di vittime e feriti. Ma i soldati della “Sassari si distinsero ulteriormente concorrendo alla liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo, partecipando alla liberazione di Roma. Una professionalità e un impegno che gli uomini e le donne della Sassari dimostrano anche oggi in tutte le attività che hanno svolto e svolgono in Patria così come all’estero».

Parole del sottosegretario Calvisi, accolto al suo arrivo in piazza, poco dopo le 12.45, dal comandante della Brigata Andrea Di Stasio. Sulle note del “4 Maggio”, la marcia d’ordinanza dell’Esercito italiano eseguite dalla banda musicale della “Sassari” schierata per l’occasione in uniforme storica, Calvisi, dopo aver ricevuto gli onori militari, ha reso omaggio alla bandiera di guerra del 152° reggimento, decorata della croce di cavaliere dell’ordine militare d’Italia, di due medaglie d’oro al valor militare e di una medaglia d’oro al valore dell’Esercito. Quindi l’arrivo di fronte alla colonna di granito, poggiata su un basamento dello stesso materiale, per un altezza complessiva di oltre 4,5 metri e un peso di più di tre tonnellate, incorniciato da un’aiuola piena di fiori bianchi e rossi, come le mostrine dei Dimonios.

«Non un monumento ai caduti – ha ricordato il generale di Stasio, autore dei primi disegni della “colonna” da lui fortemente voluta, proprio nel cuore della città e di fronte alle porte del Comando della Brigata – ma un tributo all’eroismo dei giovani sardi passati, presenti e futuri. E anche un luogo permanente di riflessione nel quale le nuove generazioni possano meditare sulle nefaste conseguenze dei conflitti e desiderare un mondo di pace e democrazia. Valori per i quali la Brigata Sassari si impegna in tutto il mondo».

Parole che incorniciano un monumento delle linee semplici ma dai significati profondi, che si ispira ai Candelieri, che proprio da piazza Castello iniziano la Faradda, e che sono, come la “Sassari”, massimo simbolo della città. Eretto a tempo di record da una squadra del 5° reggimento genio guastatori di Macomer con il contributo di tutto il Sassarese. Dal sindaco di Alà dei Sardi che ha donato il granito, all’ordine degli ingegneri che ha fatto il progetto e preso in carico la direzione dei lavori. Passando per il Banco di Sardegna che ha finanziato la posa, e il contributo di Comune, Provincia, Soprintendenza. «La Brigata Sassari è di tutti – commenta un commosso generale di Stasio, prima di dirigersi al museo storico insieme a Calvisi, dove sarà ospitata anche la “arburesa” con la quale è stato tagliato il nastro – rappresenta sa mezus gioventude de Sardigna, il suo passato ma anche il suo futuro. È la dimostrazione che, con il sacrificio, l’impegno e l’unione, i sardi sono un popoli invincibile. E, consci di questo importante ruolo, traiamo forza da questa eccezionale giornata. Che rimarrà nella storia, e per sempre nei nostri cuori. Fortza Paris!»

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