La Nuova Sardegna

L’abbraccio della nonna alle gemelline di Zdenka

di Nadia Cossu
L’abbraccio della nonna alle gemelline di Zdenka

La donna è arrivata con il figlio dalla Repubblica Ceca: le voglio portare con me

07 marzo 2020
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SASSARI. «Come faccio a dire alle mie nipotine che la loro mamma non c’è più? Come? Io non posso riuscirci...».

Ieri mattina, nel reparto di Neuropsichiatria infantile di Sassari, ad abbracciare le due gemelle di 11 anni rimaste orfane, sono arrivati dalla Repubblica Ceca lo zio e la nonna, fratello e madre di Zdenka Krejcikova, uccisa lo scorso 15 febbraio dal compagno Francesco Baingio Douglas Fadda.

Un lungo viaggio e finalmente l’incontro: toccante, fatto di lacrime e emozioni. Di dolore, e speranza che prima o poi quelle due bimbe dagli occhi azzurri possano ritrovare il sorriso. Quando hanno sentito la voce della nonna i loro volti si sono illuminati e forse per la prima volta, dopo questi drammatici giorni, si sono sentite nuovamente a casa.

Ma lei, una dolcissima e affettuosa donna di 64 anni, non se l’è sentita di dare quella terribile notizia alle nipotine. E allora è toccato farlo alle psicologhe e al team di esperti che si occupano da ormai venti giorni delle piccole. A loro, insieme alla tutrice legale Daniela Masala, il difficilissimo compito di trovare le parole, di dare il conforto.

In un attimo la paura più grande è diventata per le bimbe di Zdenka realtà. Avevano covato questo timore ma c’era sempre un filo di speranza che la loro mamma potesse essersi salvata, una delle due ha anche pensato che fosse in ospedale come loro per curarsi. Ieri, la verità, in quella stanza che da venti giorni è il loro rifugio sicuro.

Nella stessa mattina, prima dell’incontro con le bambine, nel tribunale dei minori di Sassari si è tenuta l’udienza davanti al giudice Maria Stefania Palmas, in aula anche il pm Luisella Fenu. Con l’aiuto di un’interprete, nonna e zio hanno detto di volersi prendere cura delle nipoti e di essere disposti a fare tutto ciò di cui c’è bisogno per tutelare al massimo la loro salute fisica e mentale. Compreso restare a Sorso, dove sono arrivati martedì scorso, per tutto il tempo necessario. Due persone provate, un fratello e una mamma che hanno perso la loro Zdenka in un Paese lontano, uccisa a quarant’anni da un uomo che non ha esitato a usare il coltello per la ferita mortale inferta davanti alle sue figlie. Fadda non ha portato Zdenka in ospedale, dove forse i medici avrebbero potuto salvarle la vita, ma l’ha abbandonata a casa di un conoscente a Ossi. Qui è morta dissanguata. E poi è scappato con la sua Mercedes bianca insieme alle bambine sotto choc: avevano appena assistito all’omicidio della loro mamma. E alla sua agonia.

Adesso la nonna e lo zio sono qui in Sardegna per proteggerle. Avrebbero voluto arrivare già da subito ma hanno dovuto sbrigare una serie di pratiche burocratiche che hanno rallentato la partenza. E per fare i passi giusti ora si sono affidati all’avvocato Teresa Pes che, in collaborazione con la collega e tutrice Daniela Masala – li assisterà nel percorso giudiziario. Che non sarà certo breve né privo di difficoltà.

Intanto ieri, al termine dell’udienza, è stato emesso un decreto di affidamento ai Servizi sociali. In seguito sarà valutata la possibilità di affidare le bimbe ai familiari. Ma al momento è prematuro ipotizzare cosa accadrà.

La nonna e lo zio potranno vedere le gemelle in ospedale ogni volta che lo vorranno, in attesa delle dimissioni che, almeno per quanto riguarda una delle due, potrebbe essere imminente. A quel punto bisognerà individuare una collocazione temporanea, che non potrà per ovvie ragioni essere l’abitazione nella quale vivevano con la loro mamma. Da quell’appartamento le bambine e Zdenka erano scappate il giorno dell’omicidio per chiedere aiuto al bar di sotto.

Lì avevano assistito alla furia di Fadda che aveva già aggredito la sua compagna qualche ora prima di ammazzarla.

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