La Nuova Sardegna

Nel mirino organizzazione e responsabilità dei singoli

di Gianni Bazzoni
Nel mirino organizzazione e responsabilità dei singoli

L’inchiesta della procura della Repubblica sull’ospedale Santissima Annunziata Accertamenti su come ci si era preparati all’emergenza e sulle falle nei controlli

25 marzo 2020
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Sono al lavoro su più fronti i carabinieri del Nas e i tecnici dello Spresal per cercare di dare risposte a quanto chiesto dalla procura della Repubblica di Sassari nell’ambito dell’inchiesta avviata per fare chiarezza e accertare eventuali responsabilità su quanto è accaduto in ospedale a Sassari da quando è cominciata l’emergenza Coronavirus.

Documenti, cartelle cliniche, messaggi audio e video, ma anche verifiche relative all’applicazione dei protocolli, all’adozione di piani e percorsi. E poi valutazione delle richieste (con date e relative trasmissioni) per chiedere quanto necessario per evitare che le criticità potessero trasformarsi in qualcosa di incontrollabile che alla fine ha dato campo libero al contagio e a una serie di situazioni drammatiche, anche con alcuni decessi.

La domanda principale è se tutto questo si poteva evitare o comunque contenere con azioni adeguate e più responsabili da parte di chi aveva l’obbligo di coordinare e vigilare.

Sono due i fascicoli aperti che il procuratore capo della Repubblica Gianni Caria ha affidato al sostituto Paolo Piras, magistrato di grande esperienza e con competenze specifiche per quanto riguarda le questioni sanitarie. Il primo fascicolo riguarda i decessi: non solo il primo che si è verificato dopo il contagio del virus in Cardiologia, quindi, ma anche i successivi e sui quali sono in pieno svolgimento tutte le attività disposte dalla Procura. Non è difficile immaginare che l’ipotesi di reato, quindi, possa essere trasformata in omicidio colposo plurimo. Le indagini pare abbiano preso in esame la responsabilità di singoli (uno o due sembrerebbe) che potrebbero avere commesso delle imprudenze - per esempio rientrando al lavoro in reparto senza dare alcuna comunicazione pur essendo consapevoli di essere stati in zona rossa o avere avuto contatti con persone potenzialmente a rischio - risultate poi fatali per diversi pazienti. Ma anche altre responsabilità, per il fatto che non sarebbe stato fatto tutto il possibile per dotare i pazienti (ma anche gli eventuali familiari) delle protezioni di sicurezza per prevenire ed evitare il contagio da Coronavirus.

Il secondo fascicolo - sul quale è scritto “epidemia colposa” - riguarda quello che è accaduto nel reparto Dialisi, dove si sarebbero verificate situazioni che hanno dell’incredibile e che la Nuova ha raccontato per prima dando voce alle drammatiche proteste dei familiari dei pazienti: «Siamo disperati – avevano denunciato – non sappiamo cosa fare. Siamo stati abbandonati da tutti».

Anche per la Dialisi (così come è avvenuto per Cardiologia) l’inchiesta mira ad accertare come si sono svolti i fatti, a quale livello sono le responsabilità e per quali motivi non sarebbero state adottate tutte le iniziative utili per tutelare i pazienti dal contagio che poi avrebbe coinvolto anche diversi familiari dei ricoverati. I direttori sanitari dell’Aou, in una lettera aperta, hanno ribadito di avere effettuato le richieste e anche nelle ultime ore hanno auspicato un potenziamento degli organici e delle risorse.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Elezioni comunali 

Ad Alghero prove in corso di campo larghissimo, ma i pentastellati frenano

Le nostre iniziative