La Nuova Sardegna

4.492 nuovi contagiati Il trend riprende a salire

Dopo quattro giorni di calo, torna ad aumentare il conto dei malati accertati Borrelli ancora influenzato ma negativo al tampone, 662 le vittime in 24 ore

27 marzo 2020
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[FIRMA&LUOGO]di Lorenzo Attianese e

Luca Laviola

<MC>ROMA

[TESTO]Uno stop al trend positivo degli ultimi giorni: risale il numero dei nuovi ammalati in Italia, ma la curva del contagio per fortuna continua a rallentare. Dopo quattro giorni di calo, torna ad impennarsi il numero dei nuovi positivi per il coronavirus nel Paese. Nelle ultime 24 ore i malati sono 4.492 in più, per un totale di oltre 62mila persone attualmente affette dal Covid-19. Si tratta di una battuta d'arresto rispetto ai dati gli ultimi giorni, che avevano fatto registrare un trend più basso. E si contano ancora centinaia di nuove vittime: sono 662, ma a questo dato vanno aggiunti i decessi in Piemonte che non sono stati comunicati. Numeri stabili anche sul conteggio dei guariti, ancora un migliaio nell'ultimo giorno per un totale di oltre 10mila persone finora riuscite a superare la malattia. Tra le regioni, a pesare sul bilancio complessivo è ancora una volta la Lombardia, con 1.598 contagi in più. Di pari passo, aumenta il numero dei malati ricoverati in terapia intensiva, in tutto 3.612. Dati letti con cauto ottimismo dai vertici della Protezione Civile: «La cosa importante è la velocità di incremento della curva che apparentemente sembra rallentare, ma non possiamo aspettarci un'improvvisa diminuzione. Dobbiamo osservare nei prossimi giorni gli effetti delle decisioni prese, stiamo già analizzato la ragione del piccolo incremento di oggi. L'ipotesi è che ci sia stato un accumulo di risultati di tamponi fatti nei giorni precedenti», spiega il vice capo della Dipartimento, Agostino Miozzo, che per la seconda volta ha sostituto Angelo Borrelli nella consueta conferenza stampa per la lettura del bollettino giornaliero. Il capo della Protezione Civile, che continua ad accusare un lieve stato influenzale, è risultato negativo al tampone per il coronavirus e al momento continua a lavorare da casa rimanendo in costante contatto con il comitato operativo e l'unità di crisi. Sono buone anche le condizioni di Guido Bertolaso, consulente del governatore della Lombardia per questa fase di emergenza, che dopo essere risultato positivo al Covid-19 è ricoverato al San Raffaele di Milano «in via precauzionale». Ma nelle ultime ore sotto i riflettori non ci sono solo i ricoveri e la delicata situazione degli ammalati. Un allarme esplicito è stato lanciato invece per il personale sanitario, che continua a contare vittime per i contagi contratti in ospedale: sono 41 finora i medici morti per il coronavirus. Per medici e infermieri il vice direttore vicario dell'Oms, Ranieri Guerra, chiede che vengano effettuati più tamponi: «Vanno tutelati, non soltanto con dispositivi e mascherine ad hoc. Deve essere anche garantita loro la capacità diagnostica per capire se sono positivi», avverte il dirigente dell'Oms, preoccupato anche per quei contagiati che necessitano di assistenza fuori dagli ospedali, nella quarantena delle proprie case. Per Ranieri Guerra, «allentare la pressione sulle strutture ospedaliere non vuol dire chiudere a chiave persone senza pensare alle loro esigenze. Serve assistenza domiciliare integrata, psicologica e monitoraggio dei parametri vitali». Un'attenzione che va rivolta anche «alla popolazione provata dalle misure di contenimento», a cui «va dato supporto in un momento di stanchezza. La popolazione ha bisogno di qualcosa di più, servizi domiciliari che bisogna garantire, anche da parte degli psicologi». Fuori dagli ospedali e dagli isolamenti domestici, restano le insidie negli inevitabili punti di aggregazione nelle strade, che espongono al rischio di nuovi contagi. Per questo restano capillari i controlli della temperatura delle persone in porti e aeroporti, anche se viene categoricamente esclusa al momento la possibilità di allargare la misura alle stazioni: sarebbe «oltre modo onerosa rispetto a quello che sarebbe poi l'effettivo riscontro», spiega il direttore dell'ufficio emergenze della Protezione Civile, Luigi D'Angelo.

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