agricoltura e allevamento
Sostegno per carni ovine e grano duro
Accordo con le Regioni: dal ministero i fondi per le filiere alimentari
01 aprile 2020
2 MINUTI DI LETTURA
SASSARI. C’è la filiera del grano duro e quella della carne ovina nel Fondo di competitività su cui il ministero della Politiche agricole ha raggiunto un accorto con le Regioni. «Stiamo mettendo in campo ogni soluzione possibile per fronteggiare gli effetti della diffusione del coronavirus – ha detto la ministra, Teresa Bellanova –. Abbiamo raggiunto l’intesa sul decreto fondo grano duro fino al 2022 per 40 milioni di euro, sul decreto fondo Cun e sul decreto competitività delle filiere, che utilizza i fondi inseriti nella Legge di bilancio 2020. Per quest’ultimo provvedimento ci sono 29,5 milioni di euro complessivi per i prossimi due anni che abbiamo ripartito su alcuni interventi strategici ed emergenziali. Puntiamo sulle filiere che più si adattano alla possibilità di sottoscrizione di contratti di filiera, in modo da moltiplicare l’effetto dello stanziamento pubblico attraverso la stabilizzazione dei rapporti tra agricoltori e trasformatori. A questa categoria appartengono gli interventi proposti su mais, legumi e soia, che si aggiungono così al grano». Per intervenire sulla crisi delle vendite delle carni ovine, il decreto competitività prevede che alle imprese agricole di allevamento di ovini sia concesso un aiuto fino a 9 euro per ogni capo macellato e certificato Igp e un aiuto fino a 6 euro per ogni capo non Igp nato, allevato e macellato in Italia nel periodo dal 1° marzo al 30 aprile dell’anno precedente a quello della domanda, quindi per il 2019 nell’annualità 2020 e per il 2020 nell’annualità 2021. Si tratta di un intervento urgente che vale complessivamente 7,5 milioni di euro. Sono invece 40 milioni di euro complessivi fino al 2022 per garantire un aiuto fino a 100 euro a ettaro per gli agricoltori produttori di grano duro in contratti di filiera pluriennali. Lo scopo della norma è quello di migliorare l’approvvigionamento di grano di qualità italiano per la filiera della pasta e stabilizzare i rapporti tra agricoltori e trasformatori.