La Nuova Sardegna

Coronavirus, Nizzi: "Solinas riapra l'isola, mai così tanti disoccupati"

Marco Bittau
Il sindaco di Olbia Settimo Nizzi (foto Gavino Sanna)
Il sindaco di Olbia Settimo Nizzi (foto Gavino Sanna)

Il sindaco di Olbia: "E' in gioco la nostra sopravvivenza"

23 aprile 2020
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OLBIA. Il numero dei disoccupati spaventa almeno quanto quello dei positivi al Covid-19: a Olbia 7800 senza lavoro in più rispetto all'anno scorso. Sono tanti da raggelare il sangue, troppi anche per un amministratore pubblico di lungo corso e di primo assalto come Settimo Nizzi, sindaco della città gallurese. Che ora alza la voce: «Riaprire al più presto le attività lavorative o moriremo tutti di fame».

Nizzi si propone alla guida di un movimento di resistenza e resilienza da un capo all'altro della Sardegna. Con lui ci sono sindaci, imprenditori, operatori turistici, artigiani, operai edili. E si rivolge direttamente al presidente della giunta regionale Christian Solinas. Prima una lettera via mail fin troppo garbata, ora dichiarazioni di ben altro tono.

«Non è più possibile stare chiusi in casa ad aspettare la nostra fine, impotenti - dice - il 4 maggio sarà la deadline, da quel momento tutte le attività lavorative, ma anche i porti e gli aeroporti, devono ripartire con le dovute prescrizioni che derivano dall'emergenza sanitaria. Il presidente Solinas non deve aver timore e di fronte al Governo deve fare scelte coraggiose facendo valere la specificità della Sardegna. Noi siamo con lui e lo sosteniamo. Non aspettiamo le altre Regioni, tanto meno i decaloghi fatti da altri. Non è più tempo di proroghe e tentennamenti, di porte e finestre soltanto socchiuse, servono certezze e decisioni perché in gioco c'è l'economia dell'isola. Cioè la nostra sopravvivenza».

Settimo Nizzi racconta della sua città in ginocchio sotto il peso della crisi economica indotta dall'emergenza sanitaria. «Il numero dei disoccupati fornito dall'Aspal è impressionante - dice - si tratta nella maggior parte dei casi di personale addetto al turismo e ai servizi. Sì perché Olbia e la Gallura sono il motore propulsivo dell'industria turistica in Sardegna, fonte di occupazione e benessere per tutti. Se il sistema crolla qui da noi, le conseguenze si pagheranno in tutta l'isola».

«Per questo - aggiunge il sindaco - il mondo del lavoro deve rimettersi in movimento dal 4 maggio. Tutto quello può svolgersi in sicurezza deve ripartire, tutto ciò che non è sicuro resterà chiuso. Come le scuole, di cui si riparlerà a settembre».«Stiamo studiando anche noi il progetto del comitato che lavora per il Governo - continua Nizzi - le attività che dobbiamo riaprire sono a basso rischio e possono essere svolte in sicurezza con opportune prescrizioni e limitazioni. Così i commercianti, gli artigiani, i giardinieri, i cantieri edili e quelli nautici. Poi ci sono gli alberghi, i bar e ristoranti, tutti devono ricominciare a lavorare con le limitazioni necessarie. È evidente che quest'anno sarà una stagione difficile, ma il poco è sempre meglio del nulla. Da parte del Comune ci sarà il massimo sostegno alle attività, ma non facciamo demagogia sul fatto che non si debbano pagare le imposte perché così si svuotano i bilanci dei Comuni e si ferma la macchina dei servizi pubblici».

Resta il fatto che il coronavirus per molto tempo sarà comunque una minaccia incombente. Settimo Nizzi non si scompone e introduce il concetto del rischio calcolato. «Potrà succedere che si verificheranno ancora contagi - dice - in quel caso si interverrà tempestivamente isolando, sanificando e facendo tutto quello che si dovrà fare».Dal rischio calcolato alla certezza assoluta che i cittadini non possono comunque più stare in casa.

«Sono stato tra i sindaci più severi e determinati nell'applicare le restrizioni - precisa ancora Nizzi - ora dico che la situazione è cambiata. Non possiamo pensare di vivere ancora come reclusi, sotto stress, senza lavorare e con porti e aeroporti chiusi. Stiamo attenti, siamo un'isola e senza lavoro e mezzi di trasporto rischiamo davvero la fine».

@marcobittau

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