Soppresse due scuole, l’ira dei sindaci
L’ufficio scolastico chiude gli istituti dell’infanzia di Bortigiadas e Nughedu
26 aprile 2020
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BORTIGIADAS. L’assessore alla Pubblica istruzione, Andrea Biancareddu, aveva assicurato che nessuna scuola dell’isola sarebbe stata soppressa. Questo prima che il Paese venisse sconvolto dalla pandemia. Anche perché oggi si parla sempre di più della necessità di ripopolare i piccoli borghi come rimedio all’eccessivo sovraffollamento della città. Invece, l’ufficio scolastico regionale guidato da Francesco Feliziani va in controtendenza e sopprime due scuole dell’infanzia, una a Bortigiadas e l’altra a Nughedu a San Nicolò. Un fulmine a ciel sereno per i due sindaci, Emiliano Deiana per Bortigiadas (è anche presidente regionale dell’Anci) e Michele Carboni per Nughedu, che ieri, in occasione della festa della Liberazione, hanno deciso di occupare simbolicamente e provocatoriamente le piazze vuote per protestare contro la cancellazione delle scuole dell'infanzia dai loro paesi. «L'ufficio scolastico della Sardegna, nonostante le rassicurazioni del presidente della Regione Solinas - “nessuna scuola sarà chiusa in Sardegna” - con un provvedimento improvviso e contrario ai pronunciamenti dell'assemblea provinciale dei sindaci, che ne aveva chiesto il mantenimento in deroga, ha disposto la chiusura delle scuole dell'infanzia di Bortigiadas e Nughedu San Nicolò per l'anno scolastico 2020/2021 – spiegano Deiana e Carboni –. Una pugnalata alla schiena da parte di altre istituzioni nel momento di massimo impegno dei sindaci nella gestione della emergenza Covid 19». In un momento in cui da più parti, anche in riferimento alla pandemia in atto, «si parla di riabitare i paesi delle aree interne dei funzionari ministeriali seguendo la sola idea ragionieristica dei numeri infliggono un colpo feroce contro le comunità delle aree interne – continuano i due primi cittadini –. I bambini di Nughedu e Bortigiadas dai tre anni di età diventeranno dei pendolari e andranno ad affollare classi già affollate contro ogni regola di buonsenso che invece avrebbe imposto l'esatto contrario, anche in relazione alle norme che non potranno essere più disattese di distanziamento sociale. Noi non arretreremo di un millimetro e chiediamo a ministero e Regione di riaprire le scuole per una questione di salute pubblica e civiltà». (al.pi.)