La Nuova Sardegna

Un’altra vittima a Ossi guariti ancora in crescita

Un’altra vittima a Ossi guariti ancora in crescita

Sono 14 i nuovi positivi, 11 nel Nord Sardegna. In calo il numero di tamponi

26 aprile 2020
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SASSARI. Una vittima – una donna – e 14 nuovi positivi nelle ultime 24 ore: è questo il bilancio dell’Unità di crisi regionale e della Protezione civile. Salgono a 103 i decessi e a 1.271 i casi di contagio – comprese le vittime – nell’isola dall’inizio dell’emergenza. I dati sui guariti e sulle persone ricoverate continuano a essere confortanti: nel primo caso c’è una crescita costante e al momento i guariti sono in totale 377, di cui 67 guariti clinicamente con un aumento complessivo di 23 rispetto a ieri. Cala di una unità il numero dei ricoverati in terapia intensiva – erano 19 e sono diventati 18 – e diminuiscono i pazienti in isolamento domiciliare: erano 690 e sono calati a 680. Molto inferiore rispetto alla giornata precedente è il numero dei tamponi: oltre 2000 venerdì – anche se non erano stati fatti tutti lo stesso giorno appena 462 ieri, dunque circa la metà rispetto alla media dell’ultima settimana compresa tra 800 e 900. Per quanto riguarda la distribuzione dei nuovi positivi, il Sassarese dopo un periodo di tregua (venerdì appena 1 nuovo caso) si risveglia a doppia cifra: 11 positivi, con il conteggio che sale a 822, circa il 68% del totale nell’isola. Gli altri 3 contagiati nella città metropolitana di Cagliari (1) e nel Nuorese (2).

Le vittime. Aveva 90 anni ed era di Ossi la 103esima vittima di Covid-19 nell’isola. Per il piccolo centro del Sassarese si tratta del tredicesimo decesso causato dal virus che ha seminato morte e dolore tra le stanze della casa di riposo Villa Gardenia, una delle strutture per anziani dove si è sviluppato un importante focolaio. Proprio nella case di riposo e Rsa, dove il coronavirus ha avuto vita facile su tanti ospiti molto anziani e affetti da gravi patologie, nelle ultime settimane è stata portata avanti una accurata campagna di screening da parte dei medici militari dell’Esercito e della Marina. Il via a Casa Serena, a Sassari, poi nel piano sono state coinvolte altre 37 strutture e sono stati eseguiti complessivamente oltre duemila tamponi e 1.122 controlli clinici in 38 case di riposo per anziani. Il via un mese, i controlli non si sono fermati neanche ieri, giornata della Liberazione: i medici militari insieme con il personale dell'Aou e dell'Ats di Sassari e con il supporto della Brigata Sassari, hanno effettuato lo screening nelle comunità alloggio «Divina provvidenza» a Bono e «Santi Cosma e Damiano» ad Anela. Sempre a Bono, una serie di tamponi sono stati effettuati sugli ospiti del centro Aias. Alla guida della «Task force sanitaria Sardegna» il colonnello Stefano Ciancia, nel team quattro medici e tre infermieri del Dipartimento militare di Medicina legale di Cagliari, quattro infermieri della Brigata «Sassari», un medico e quattro infermieri della Marina provenienti dalla Scuola sottufficiali della Maddalena, dal Centro ospedaliero militare e dal Centro addestramento aeronavale di Taranto e altri diciassette militari dell'Esercito con compiti di supporto. Il primo sopralluogo è stato fatto a Sassari, a Casa Serena, il 25 marzo, poi sono seguiti i controlli nelle residenze assistenziali, oltre che del capoluogo, di Ossi, Torralba, Tula, Porto Torres, Pozzomaggiore, Platamona, Ittiri, Sorso, Siligo, Bonorva, Alghero, Ozieri, Ploaghe, Chiaramonti, Osilo, Codrongianos e Laerru. Analoghi interventi sono stati effettuati in un'abitazione a Bonnanaro e nella stazione dei carabinieri di Ossi.

Covid hospital. Nessun euro in più rispetto a quanto previsto dalla convenzione è stato speso per trasformare alcune strutture private, come il Mater Olbia e il Policlinico sassarese, in Covid hospital. L’assessore alla Sanità Mario Nieddu spiega che «le indennità di servizio stabilite per i Covid hospital non riguardano solo i posti letto, ma il fatto che le intere strutture siano state messe a disposizione del servizio pubblico, come per altro avvenuto in diverse Regioni, e i costi rientrano comunque nei budget già approvati». E poi: «La Regione ha il dovere di adottare tutte le misure necessarie ad affrontare l'emergenza con l'unico scopo di tutelare la salute dei sardi. Questo è ciò che abbiamo fatto sin dall'inizio per preparare il nostro sistema sanitario a un'epidemia dagli sviluppi imprevedibili, che avrebbe potuto avere un impatto ben peggiore di quello che per fortuna registriamo oggi».

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