Solinas va avanti: l’isola ripartirà prima
di Umberto Aime
Ordinanza entro 48 ore, dal 4 ci sarà più libertà negli spostamenti
28 aprile 2020
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CAGLIARI. Più coraggioso di Conte, ma senza essere spregiudicato: «Non possiamo permetterci errori». A metà del guado, in una conferenza stampa diventata lo spartiacque fra lo stato d’emergenza e il «ritorniamo con saggezza alla normalità», Christian Solinas ha messo in fila le sue prossime mosse. «Dall’ultimo decreto di domenica del presidente del Consiglio dei ministri – ha esordito il governatore – forse tutti noi ci saremmo aspettati qualcosa in più e di più. Oggi invece quel testo ci lascia intravedere che c’è stata forse una maggiore attenzione per le grandi attività industriali del Nord Italia, mentre la Sardegna, pur mantenendo l’indispensabile prudenza, credo abbia bisogno di altro». Così, dopo una fase di riflessione che dovrebbe durare 48 o al massimo 72 ore, Solinas solleciterà al Governo un bel po’ di deroghe rispetto alle scelte (forse fin troppo timide) del premier Conte. «La mia nuova ordinanza – ha aggiunto – l’emetterò di sicuro prima del 4 maggio, dopo essermi consultato col Comitato tecnico-scientifico e aver concluso le consultazioni con le diverse categorie che vorrei coinvolgere nella nostra fase 2». Tra l’altro oggi è Sa die de sa Sardigna, ovvero la celebrazione della cacciata dei piemontesi il 28 aprile del 1794: «Bene, proprio oggi cominceremo a celebrare il nostro ritorno alla vita ma sempre con quella maturità che tutti i sardi hanno dimostrato durante questa lunga e necessaria clausura».
La conferma. Come ha anticipato domenica alla Nuova, ma senza ribadirlo con esattezza, la prima vera differenza fra l’ordinanza e il decreto Conte riguarderà gli spostamenti. Se sulla terraferma saranno possibili solo quelli all’interno delle regioni, con l’autocertificazione in tasca e sempre per validi motivi, invece dal 4 maggio i sardi potranno circolare all’interno della provincia di residenza senza dover giustificare il perché dello spostamento da un Comune all’altro. Una settimana dopo, all’incirca, potrebbe cadere persino l’ultimo divieto e, a quel punto, la circolazione dovrebbe ritornare a essere libera da un capo all’altro della Sardegna. Però Solinas è stato cauto: «Questi due o tre giorni di riflessione che ci siamo presi, saranno determinanti per scrivere la prossima ordinanza. Ordinanza che comunque dovremo sottoporre al Governo e concordare anche con le prefetture».
Prime riaperture. Rispetto al governatore che, il 13 aprile, non s’era fidato addirittura di sdoganare cartolibrerie e pochi altri negozi, era stata invece proprio quella la decisione del Governo, Solinas stavolta è apparso disponibile ad anticipare i tempi del riavvio. Come annunciato e soprattutto «grazie ai dati confortanti sull’andamento dei contagi», il 4 maggio dovrebbero ripartire l’edilizia pubblica e privata, i cantieri nautici e le manutenzioni delle seconde case, quelle al mare, che saranno di nuovo accessibili seppure all’inizio solo per i sardi. «La ripartenza – ha detto – non sarà indiscriminata, ma garantita da severi protocolli che stiamo individuando insieme alle imprese e ai sindacati». È la sicurezza – ha ribadito più volte – «l’unica stella polare che dobbiamo seguire in questo passaggio dall’emergenza alla ripresa, perché non possiamo permetterci un ritorno dei focolai e quindi continueremo a tenere sotto attento controllo la curva dei contagi». In attesa, non va dimenticato, di conoscere anche l’esito dell’indagine epidemiologica su larga scala confermata per questa settimana. Comunque, nel punto stampa, Solinas non ha precisato se presto (sempre il 4 maggio?) riaprirà parchi, giardini pubblici fino ad autorizzare persino le passeggiate in spiaggia. «Ogni step lo faremo sempre con estrema attenzione», ha ribadito.
Seconde riaperture. Sempre sulla traccia di quanto anticipato domenica, Solinas ha detto: «Vogliamo rimettere in moto le nostre piccole aziende e alleviare così la sofferenza di commercianti e artigiani», invece allontanati dal traguardo, la riapertura, dall’ultimo decreto del Governo. A questo punto è molto probabile che, in Sardegna, parrucchieri, barbieri ed estetiste possano ritirare su la serranda con tre settimane d’anticipo rispetto ai colleghi della penisola: l’11 maggio e non il primo giugno. Anche bar e ristoranti dovrebbero avere un vantaggio simile: due settimane prima rispetto ai primi di giugno nelle altre regioni. Cioè il 18 maggio, potrebbero cominciare a riorganizzare i locali per permettere l’accesso al pubblico. «Lo ripeto – ha concluso Christian Solinas – in questi giorni, prenderemo le decisioni finali. Lo faremo tutti insieme: Giunta, Commissione scientifica, imprese e sindacati».
La conferma. Come ha anticipato domenica alla Nuova, ma senza ribadirlo con esattezza, la prima vera differenza fra l’ordinanza e il decreto Conte riguarderà gli spostamenti. Se sulla terraferma saranno possibili solo quelli all’interno delle regioni, con l’autocertificazione in tasca e sempre per validi motivi, invece dal 4 maggio i sardi potranno circolare all’interno della provincia di residenza senza dover giustificare il perché dello spostamento da un Comune all’altro. Una settimana dopo, all’incirca, potrebbe cadere persino l’ultimo divieto e, a quel punto, la circolazione dovrebbe ritornare a essere libera da un capo all’altro della Sardegna. Però Solinas è stato cauto: «Questi due o tre giorni di riflessione che ci siamo presi, saranno determinanti per scrivere la prossima ordinanza. Ordinanza che comunque dovremo sottoporre al Governo e concordare anche con le prefetture».
Prime riaperture. Rispetto al governatore che, il 13 aprile, non s’era fidato addirittura di sdoganare cartolibrerie e pochi altri negozi, era stata invece proprio quella la decisione del Governo, Solinas stavolta è apparso disponibile ad anticipare i tempi del riavvio. Come annunciato e soprattutto «grazie ai dati confortanti sull’andamento dei contagi», il 4 maggio dovrebbero ripartire l’edilizia pubblica e privata, i cantieri nautici e le manutenzioni delle seconde case, quelle al mare, che saranno di nuovo accessibili seppure all’inizio solo per i sardi. «La ripartenza – ha detto – non sarà indiscriminata, ma garantita da severi protocolli che stiamo individuando insieme alle imprese e ai sindacati». È la sicurezza – ha ribadito più volte – «l’unica stella polare che dobbiamo seguire in questo passaggio dall’emergenza alla ripresa, perché non possiamo permetterci un ritorno dei focolai e quindi continueremo a tenere sotto attento controllo la curva dei contagi». In attesa, non va dimenticato, di conoscere anche l’esito dell’indagine epidemiologica su larga scala confermata per questa settimana. Comunque, nel punto stampa, Solinas non ha precisato se presto (sempre il 4 maggio?) riaprirà parchi, giardini pubblici fino ad autorizzare persino le passeggiate in spiaggia. «Ogni step lo faremo sempre con estrema attenzione», ha ribadito.
Seconde riaperture. Sempre sulla traccia di quanto anticipato domenica, Solinas ha detto: «Vogliamo rimettere in moto le nostre piccole aziende e alleviare così la sofferenza di commercianti e artigiani», invece allontanati dal traguardo, la riapertura, dall’ultimo decreto del Governo. A questo punto è molto probabile che, in Sardegna, parrucchieri, barbieri ed estetiste possano ritirare su la serranda con tre settimane d’anticipo rispetto ai colleghi della penisola: l’11 maggio e non il primo giugno. Anche bar e ristoranti dovrebbero avere un vantaggio simile: due settimane prima rispetto ai primi di giugno nelle altre regioni. Cioè il 18 maggio, potrebbero cominciare a riorganizzare i locali per permettere l’accesso al pubblico. «Lo ripeto – ha concluso Christian Solinas – in questi giorni, prenderemo le decisioni finali. Lo faremo tutti insieme: Giunta, Commissione scientifica, imprese e sindacati».