La Nuova Sardegna

Abinsula agli studenti: essere isola è un vantaggio

di Giovanni Dessole

Pinna, dell’azienda informatica: «Il mare ci protegge e ci fa creare»

23 maggio 2020
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SASSARI. «Più ci dicevano che era impossibile, più noi andavamo avanti. In Sardegna si può fare impresa? Sì. L’isola è un limite? No, è un vantaggio. È un posto incantevole dove vivere bene. E poi innovazione è anche creatività. Il mare ci protegge, ci fa pensare e ci fa creare». Parole preziose donate agli studenti del progetto La Nuova@Scuola da Pierluigi Pinna, giovane imprenditore sassarese che assieme ad Andrea Maddau, Andrea Sanna, Paolo Doz e Stefano Farina nel 2012 ha dato vita ad una delle realtà sarde più vive, innovative e lungimiranti: Abinsula. Opera nel settore delle soluzioni software (e non solo) con base a Sassari, sedi operative a Sestu, Torino e Barcellona e un appeal che l’ha lanciata su scala globale.

La storia, il presente e il futuro di Abinsula sono stati al centro dell’appuntamento online di ieri pomeriggio con La Nuova@Scuola. «Questa iniziativa ci mette a confronto con i giovani – dice Pinna – ed è una bella sfida provare a dar loro gli stimoli e l’entusiasmo che hanno animato la nostra esperienza». La capo redattrice Daniela Scano ha fatto da padrona di casa nella room che ha ospitato la chiacchierata, condita con un mare di domande in cui sono emersi sogni e curiosità degli studenti. Enrica e Federico chiedono quale sia stato il percorso professionale di Pierluigi Pinna. Lui racconta di una passione nata da bambino, coltivata sui banchi delle Industriali e affinata alla facoltà di Ingegneria. La laurea nel ’99 poi «le prime esperienze lavorative in varie città d’Italia. Sono rientrato in Sardegna, ho lavorato per grosse aziende e fatto il consulente. I giovani vogliono spaccare il mondo, l’Isola sembra stretta ma poi ti viene voglia di tornare a casa. Nel 2012 con 10mila euro di capitale sociale e un gruppo di amici diventati poi miei soci, abbiamo fondato Abinsula. Era marzo, iniziava l’avventura: abbiamo aperto a Sassari una azienda che faceva software per auto. Ci hanno preso un po’ per matti, ma abbiamo realizzato quanto immaginato».

Matteo resta sul tema del fare impresa e innovazione in Sardegna: «Partendo dalla rivoluzione digitale che ci avvolge – spiega Pinna – abbiamo esplicitato un concetto: non importa dove produci il software, perché poi puoi trasferirlo in ogni parte dal mondo. Abinsula esporta tecnologia e innovazione dalla Sardegna. Oggi più del 40% del fatturato è all’estero, ma tanti giovani sardi hanno creduto in noi e hanno iniziato a lavorare con noi». Nel 2016 a Novara arriva il premio di miglior startup italiana. Solo il primo di una lunga serie di attestati che in settimana si sono arricchiti con il riconoscimento di incubatore certificato – uno dei 22 presenti in Italia – cioè ambiente fertile attorno al quale sviluppare idee e servizi. Da Lifely a Footure Lab, sono tanti i satelliti dell’universo Abinsula che fra gli altri comprende anche un bar ristorante (Abì), un coworking (Hubinsula) e una società che organizza eventi (Insula Events).

Francesco senza l’emergenza Covid avrebbe partecipato al contest Agrithon e insieme ad Adele approfondisce il discorso sull’agricoltura di precisione: «Abbiamo un reparto che lavora sul tema – gli risponde Pinna –: lavoriamo sull’agricoltura, esportiamo tecnologie utilizzate in Australia, Russia e Giappone». Pierluigi Pinna spiega ai ragazzi cosa sono le startup, infonde loro fiducia e dà consigli sulla strada da intraprendere per lavorare su una idea che possa essere vincente: «Studiate. E siate testardi, non fatevi mai scoraggiare da nessuno. Fate le vostre esperienze, anche oltre mare. Assorbite quel che potete e riportate in Sardegna le cose positive su cui costruire qualcosa di utile». Infine: «Mi sono divertito con voi: grazie ragazzi, spero di potervi presto mostrare dal vivo ciò che vi ho raccontato».

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