La Nuova Sardegna

False opere di Maria Lai sotto sequestro 27 tarocchi

di Luciano Onnis
False opere di Maria Lai sotto sequestro 27 tarocchi

I militari del comando tutela patrimonio culturale hanno sgominato il traffico Denunciati un gallerista e il venditore delle finte produzioni dell’artista di Ulassai

04 giugno 2020
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CAGLIARI. Ventisette opere d’arte falsamente attribuite all’artista contemporanea sarda Maria Lai sono state scovate e sequestrate in una galleria d’arte di Cagliari e qualcuna nella collezione che un privato cercava di piazzare sul web. A scoprire i falsi d’autore sono stati i carabinieri del Comando Tutela patrimonio culturale di Cagliari con il determinante apporto dei colleghi del Ris e dei curatori dell’Archivio Maria Lai.

I militari delle investigazioni scientifiche, diretti dal maggiore Marco Palanca, responsabile della sezione chimica del reparto, hanno messo a nudo le falsificazioni con le analisi comparative sui materiali e grafologiche sulla firma dell’autrice nei quadri, la comparazione tra le opere sequestrate e quelle autentiche messe a disposizione dall’archivio dell’artista sarda. Due persone sono state denunciate per contraffazione di opere d’arte, il titolare della galleria d’arte di Cagliari e un venditore web dei falsi attribuiti all’artista di Ulassai scomparsa nel 2013. «Queste opere, spacciate per autentiche, hanno raggiunto valore commerciale considerevole – ha spiegato il maggiore Paolo Montorsi, comandante del nucleo Tutela patrimonio culturale e coordinatore delle indagini – il loro prezzo varia dai 40mila ai 100mila euro».

L’azione investigativa è iniziata alcuni mesi addietro e ha avuto due fasi. Già nella prima erano state individuate e poste sotto sequestro alcune opere di Maria Lai ritenute autentici falsi, ma il tribunale di Cagliari optò per la restituzione al proprietario ritenendo che non fosse sufficientemente comprovata la contraffazione. I militari del maggiore Montorsi non si sono però fermati e hanno continuato le indagini alla ricerca delle opere taroccate attribuite all’artista ogliastrina in circolazione nel mercato dell’arte. Il lavoro investigativo è ricominciato da un controllo amministrativo in una galleria d’arte di Cagliari e su un collezionista-venditore che offriva sul web, tra le altre, le produzioni artistiche di Maria Lai. Alla fine sono state 27 le opere che i carabinieri hanno posto sotto sequestro preventivo su disposizione dell’autorità giudiziaria: sono state affidate agli specialisti del Ris che ci hanno lavorato su con pazienza e professionalità. «Abbiamo svolto l’attività di ricerca attraverso tecniche analitiche conservative che non avessero impatto sui materiali – spiega il maggiore Palanca – riuscendo ad accertare che quelli utilizzati per realizzare queste opere non erano compatibili con quelli che generalmente usava l’artista. C’è stata anche l’analisi delle tecniche di realizzazione: ad esempio la cucitura a nido d’ape tipica di Maria Lai non è presente in queste opere, l’apertura del punto a zigzag ha un passo completamente diverso, nelle scritture asemantiche che l’artista apponeva alle sue opere qui presentano un punto completamente differente, senza sovrapposizione di fili». «L’arte contemporanea – ha aggiunto il maggiore Montorsi -, per la capacità di attrarre investimenti di capitali da parte di collezionisti e privati, per le caratteristiche delle opere che le rendono facilmente riproducibili con imitazioni, rappresentano una sempre maggiore diffusione del falso». L’operazione “quadri falsi” è stata illustrata dal maggiore Montorsi nel corso del rendiconto annuale delle attività del suo Nucleo al 2019. Fra queste il sequestro per violazioni urbanistiche e paesaggistiche di 52 case mobili nel “Tiliguerta Camping Village” a Muravera e 78 strutture ricettive mobili del “Tonnara Camping” a Sant'Antioco.

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