La Nuova Sardegna

Fase 3, mezzo miliardo non basta: la Regione batte cassa

Fase 3, mezzo miliardo non basta: la Regione batte cassa

Avviate le trattative con Roma per recuperare almeno 700 milioni di euro. L’assessore Fasolino: per fare ripartire l’economia c’è bisogno di altre risorse 

18 giugno 2020
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CAGLIARI. Il ciclone coronavirus è stato devastante. Mezzo miliardo non basterà per far risollevare la testa alle imprese. «Abbiamo bisogno di altri soldi», ha detto l’assessore al bilancio, Giuseppe Fasolino, nel suo primo faccia a faccia col Consiglio sulla legge Salva Sardegna. Nella bozza c’è scritto: «Per autofinanziarsi la Regione potrà emettere anche titoli». È una delle possibilità, ma prima vuole battere altre strade. Sono due: una ha come punto d’arrivo la Cassa depositi e prestiti, l’altra il ministero dell’economia. È una doppia partita miliardaria.

La prima trattativa. Per cominciare «abbiamo sollecitato alla Cassa depositi e prestiti un anticipo importante del contributo straordinario previsto dall’accordo con il Governo sugli accantonamenti», ha detto l’assessore. È circolata subito un’indiscrezione sull’ammontare della richiesta: 700 milioni sugli oltre due miliardi annunciati a novembre dal ministro per gli affari regionali, Francesco Boccia, e dal governatore Christian Solinas. «È stata proprio questa emergenza economica ad averci convinto che quel finanziamento extra ci serve ora, non dilazionato in tredici anni», ha aggiunto Fasolino nell’aula delle commissioni lavoro e attività produttive del Consiglio regionale. La trattativa con i vertici della Cassa sarebbe a buon punto: il via libera potrebbe arrivare entro giugno. Di fatto, come confermato dalla stessa Giunta, si tratterebbe di un anticipo, con la Regione che, a quel punto, trasferirebbe il credito alla Cassa. Per il ministero dell’economia non cambierebbe nulla: controlla oltre l’80 per cento della cosiddetta banca di Stato e quindi finirebbe per essere una scontata partita di giro. «L’operazione è ben avviata – ha ribadito l’assessore – e molto presto potrebbe andare in porto». C’è però un problema: se dovessero arrivare, quei 700 milioni potranno essere spesi solo per far crescere il patrimonio delle infrastrutture: strade, ponti e scuole, per esempio. Ma la Regione ha bisogno di più soldi anche per far fronte alla spesa corrente, che aumenterà di sicuro in questi mesi post pandemia. Come confermato da Fasolino, «tutti i milioni finora stanziati arrivano solo dalle nostre casse, ma non basteranno».

La seconda trattativa. Sotto l’ombrello protettivo della Conferenza delle Regioni, la Giunta ha sollecitato al ministero dell’economia una compensazione per le minori entrate fiscali. Una stima è stata fatta: saranno almeno 700 i milioni che mancheranno alla fine di un anno marchiato a fuoco dalla pandemia. Il crollo sarà verticale e a provocarlo saranno la crisi economica e la drastica riduzione dei consumi. «Il Governo ha presentato una prima proposta, è stata intorno ai 25 milioni, ma l’abbiamo rispedita al mittente. È nulla rispetto ai contraccolpi che ci saranno sulle nostre casse. Soprattutto perché, senza quei soldi, per noi sarà difficile garantire tutti quei servizi essenziali che sono a carico della Regione dall’inizio alla fine, come la sanità e i trasporti interni», ha detto Fasolino La trattativa su come potrebbe essere sterilizzato il minor gettito fiscale è appena cominciata. L’obiettivo, seppure non dichiarato, è che il Governo si faccia carico almeno della metà dei 700 milioni di Irpef e Iva destinati a svanire nel nulla da dicembre in poi. Fasolino ha ribadito la denuncia: «Il Governo non può certo scaricare sulle Regioni gran parte della voragine finanziaria. Se lo facesse, provocherebbe un disastro senza precedenti». (ua)

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