Figlia fermata all’imbarco La madre parte lo stesso
di Stefania Puorro
La tredicenne aveva i documenti scaduti: ha atteso in porto l’arrivo dei parenti
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OLBIA. Si è imbarcata sulla nave e ha lasciato a terra la figlia. Quella che è stata sin da subito l’unica certezza, anche se le notizie erano frammentarie, adesso è una storia. Con un inizio e una fine. La bambina, in realtà, è una ragazzina di 13 anni che non è potuta partire perché aveva la carta di identità scaduta. E la madre, che ha telefonato ad alcuni familiari affinché venissero a prenderla, non ha comunque rinunciato al viaggio salendo a bordo all’ultimo momento. Nonostante sapesse che per almeno due ore sarebbe rimasta sola al porto. I parenti, infatti, dovevano mettersi in macchina e raggiungere Olbia da un paesino del centro della Sardegna.
C’è riserbo sulla vicenda da parte degli investigatori. Sia per tutelare la minore, sia perché vanno avanti, in modo silenzioso, le delicate indagini della polizia di frontiera.
Ma, in ogni caso, si è ricostruito ciò che è accaduto l’altro ieri mattina al porto dell’Isola Bianca, poco prima che il traghetto della Grimaldi salpasse per Livorno.
La donna coinvolta, che è sposata con un sardo, è di origine brasiliana, ha la cittadinanza italiana e vive nel centro Italia. Domenica stava rientrando a casa con la figlia (che non ha appunto 11 anni, come inizialmente sembrava) dopo aver trascorso qualche giorno nell’isola. Erano insieme in auto sulla banchina e ormai davanti al portellone della nave. Pronte per imbarcarsi. Ma al controllo dei documenti, c’è stato un intoppo: la carta d’identità della piccola era scaduta alla fine del 2019. «Nel rispetto delle norme di sicurezza - hanno fatto sapere dalla Grimaldi -, nessuno può essere imbarcato se il documento è scaduto. E c’è ancor più rigore quando si tratta di un minore. Se il documento avesse avuto una data di scadenza compresa nel periodo in cui è scattata l’emergenza sanitaria (dallo scorso marzo, quindi) non ci sarebbe stata alcuna difficoltà».
La donna, di fronte al problema, si è allora precipitata alla biglietteria della compagnia, all’interno della stazione marittima, ma anche qui le è stato ripetuto ciò che le era già stato detto. Così la madre, mentre si allontanava verso l’esterno, ha detto che sarebbero venuti subito a prendere la figlia alcuni familiari e che lei sarebbe partita. E così ha fatto. Solo che la ragazzina, una volta che la nave era ormai lontana, è riapparsa alla stazione marittima e a notarla, da sola, sono stati gli uomini della polizia di frontiera. Si sono avvicinati a lei, le hanno chiesto dove fossero i genitori e lei ha risposto in tranquillità che la madre si era imbarcata per Livorno e che aspettava i parenti. I quali, al loro arrivo, l’hanno trovata nella sede della polizia, dove era stata presa in consegna.
Dietro la scelta della donna, non c’era sicuramente l’intenzione di abbandonare la figlia. Ma per la legge italiana, anche se il tempo in cui è rimasta sola è stato solo di due ore, è un comportamento inammissibile. Perché è sempre un caso di “abbandono di minore”.
Il finale comunque è lieto. Ieri la signora è tornata in Sardegna, ha portato con sé il passaporto (valido) della figlia e sono ripartite insieme. C’è però una domanda che resta per il momento senza risposta. Perché la donna è partita lo stesso? Poteva avere anche un motivo importante o un motivo legato al lavoro per dover salire a tutti i costi su quella nave, ma - sempre in base a ciò che la legge prevede -, non sarebbe mai sufficientemente valido per lasciare una figlia minorenne da sola. Sapendo poi che nessuno dei parenti avrebbe potuto raggiungerla in pochi minuti.
C’è riserbo sulla vicenda da parte degli investigatori. Sia per tutelare la minore, sia perché vanno avanti, in modo silenzioso, le delicate indagini della polizia di frontiera.
Ma, in ogni caso, si è ricostruito ciò che è accaduto l’altro ieri mattina al porto dell’Isola Bianca, poco prima che il traghetto della Grimaldi salpasse per Livorno.
La donna coinvolta, che è sposata con un sardo, è di origine brasiliana, ha la cittadinanza italiana e vive nel centro Italia. Domenica stava rientrando a casa con la figlia (che non ha appunto 11 anni, come inizialmente sembrava) dopo aver trascorso qualche giorno nell’isola. Erano insieme in auto sulla banchina e ormai davanti al portellone della nave. Pronte per imbarcarsi. Ma al controllo dei documenti, c’è stato un intoppo: la carta d’identità della piccola era scaduta alla fine del 2019. «Nel rispetto delle norme di sicurezza - hanno fatto sapere dalla Grimaldi -, nessuno può essere imbarcato se il documento è scaduto. E c’è ancor più rigore quando si tratta di un minore. Se il documento avesse avuto una data di scadenza compresa nel periodo in cui è scattata l’emergenza sanitaria (dallo scorso marzo, quindi) non ci sarebbe stata alcuna difficoltà».
La donna, di fronte al problema, si è allora precipitata alla biglietteria della compagnia, all’interno della stazione marittima, ma anche qui le è stato ripetuto ciò che le era già stato detto. Così la madre, mentre si allontanava verso l’esterno, ha detto che sarebbero venuti subito a prendere la figlia alcuni familiari e che lei sarebbe partita. E così ha fatto. Solo che la ragazzina, una volta che la nave era ormai lontana, è riapparsa alla stazione marittima e a notarla, da sola, sono stati gli uomini della polizia di frontiera. Si sono avvicinati a lei, le hanno chiesto dove fossero i genitori e lei ha risposto in tranquillità che la madre si era imbarcata per Livorno e che aspettava i parenti. I quali, al loro arrivo, l’hanno trovata nella sede della polizia, dove era stata presa in consegna.
Dietro la scelta della donna, non c’era sicuramente l’intenzione di abbandonare la figlia. Ma per la legge italiana, anche se il tempo in cui è rimasta sola è stato solo di due ore, è un comportamento inammissibile. Perché è sempre un caso di “abbandono di minore”.
Il finale comunque è lieto. Ieri la signora è tornata in Sardegna, ha portato con sé il passaporto (valido) della figlia e sono ripartite insieme. C’è però una domanda che resta per il momento senza risposta. Perché la donna è partita lo stesso? Poteva avere anche un motivo importante o un motivo legato al lavoro per dover salire a tutti i costi su quella nave, ma - sempre in base a ciò che la legge prevede -, non sarebbe mai sufficientemente valido per lasciare una figlia minorenne da sola. Sapendo poi che nessuno dei parenti avrebbe potuto raggiungerla in pochi minuti.