La Nuova Sardegna

Orgosolo sotto assedio è caccia a Mesina

di Kety Sanna
Orgosolo sotto assedio è caccia a Mesina

L’ex bandito è scomparso dopo la conferma della condanna a 30 anni Perquisizioni a tappeto, potrebbe essersi rifugiato nel Supramonte

04 luglio 2020
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INVIATA A ORGOSOLO. Aiutato da qualcuno, potrebbe aver trovato rifugio tra i boschi e gli anfratti del suo Supramonte. Orgosolo si è svegliato ancora una volta sotto assedio. Graziano Mesina dal tardo pomeriggio di giovedì, quando ancora i giudici della Cassazione erano riuniti per decidere la sentenza, è misteriosamente scomparso. Ancora non è ufficialmente latitante perché per esserlo è necessario che si sia sottratto volontariamente alla cattura. Per ora la sua è una situazione di fatto quasi casuale: all’autorità giudiziaria che lo cerca è ignoto il luogo dove si trovi. Carabinieri e polizia gli stanno dando la caccia. Ieri mattina posti di blocco all’ingresso del paese, in piazza, a pochi metri dalla casa in cui l’ex primula rossa del banditismo viveva con una delle sorelle e un nipote, che da subito si sono trincerati dietro il silenzio, rifiutando il confronto con i giornalisti. La sentenza di condanna della Cassazione, che ha confermato i 30 anni di carcere inflitti dalla Corte d’appello di Cagliari per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, è arrivata poco dopo le 22.30 di due sere fa, ma “Grazianeddu” che da un anno aveva lasciato il carcere per decorrenza di termini, giovedì non si è presentato al consueto appuntamento in caserma per firmare. A quell’ora, forse, era già in fuga. Magari secondo un piano che aveva organizzato da qualche giorno senza far trapelare nulla. Eppure, per riuscirci, ha dovuto contare sull’aiuto di qualcuno. Una persona di fiducia che ha deciso di rischiare per lui. Mesina non guidava. Ha sempre avuto un autista che lo faceva per lui. L’ultima volta da uomo libero, è stato visto giovedì mattina, in piazza dei Caduti, seduto su una panchina insieme ad altri anziani del paese. Perciò, anche immaginare che possa essersi allontanato tanto, sembra, in effetti, alquanto improbabile. In questo anno, non era mai successo, che saltasse il suo appuntamento nella caserma di via Sicilia, nella parte alta di Orgosolo. I militari della stazione, proprio per questo motivo, giovedì non ci hanno fatto caso: immaginavano che l’ex bandito stesse aspettando a casa il verdetto della Suprema corte. Solo alle 22 con l’arrivo della comunicazione della Dda di Cagliari, i carabinieri del reparto operativo del comando provinciale, sono andati a bussare nell’abitazione di Corso Repubblica, per notificargli l’ordine di carcerazione. Ma lui non c’era. Mesina era già irreperibile. Da quel momento è scattato un imponente dispositivo di forze su tutto il territorio ed è partita la caccia spietata dell’uomo in fuga. «No comment – sono le uniche parole che arrivano dall’Arma –. Abbiamo in campo tutte le forze ma al momento non possiamo aggiungere altro». Tutto il personale è stato destinato all’attività di ricerca: dagli uomini della stazione di Orgosolo ai militari del Reparto operativo, fino agli uomini delle squadriglie in forza al comando. Impegnata nei rastrellamenti anche la polizia di Stato con gli agenti del commissariato del paese e il personale della squadra mobile e delle volanti di Nuoro. Per tutta la giornata di ieri lo hanno cercato di casa di casa, hanno sentito diverse persone a lui vicine e setacciato le campagne attorno al paese. Ma “Grazianeddu” sembra essere sparito nel nulla. Eppure era costantemente “attenzionato” dai carabinieri che, però, non hanno messo in conto questo ultimo colpo di scena. Anche le telecamere dislocate in punti diversi del paese, le poche risparmiate tre giorni fa dalle fucilate, potranno fornire elementi utili agli inquirenti che non potevano immaginare che dietro a quel ritardo di giovedì potesse nascondersi l’ennesima fuga dell’ex bandito. Era stato sempre ligio alle prescrizioni a cui doveva ottemperare, perché sapeva chiaramente che se avesse sgarrato, si sarebbero riaperte subito le porte del carcere. Quasi 80enne, forse due sere fa, ha voluto sfruttare l’ultima occasione che aveva, in attesa del verdetto di Cassazione. E se lo scopo era tornare a Badu’e Carros, costituendosi ora potrebbe spendere a suo favore il fatto di essersi ravveduto autonomamente, al fine di ottenere delle garanzie, vista anche l’età. Le sue rocambolesche evasioni, la latitanza, la grazia e poi di nuovo l’arresto hanno fatto di “Grazianeddu”, un personaggio che però a Orgosolo nessuno, ormai, considera più.

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