La Nuova Sardegna

In Sardegna vacanze proibite ai disabili: «Mi sono sentito umiliato»

di Antonello Palmas
In Sardegna vacanze proibite ai disabili: «Mi sono sentito umiliato»

L’esperienza di un turista: «Costretto a strisciare per arrivare al mare»

30 luglio 2020
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SASSARI. Lui lo definisce scherzosamente ma con una punta di amaro “turismo disaccessibile”. È quello dei tanti che vorrebbero godersi una giornata al mare ma trovano mille ostacoli a causa della loro disabilità e si devono arrendere, accontentare oppure farsi necessariamente aiutare. Nessuna delle tre cose va bene. Antonio Digirolamo, costretto in sedia a rotelle, è di origine sarda e dalle sue parole traspare l’amore incondizionato per l’isola, nonostante tutto. Ha appena concluso la sua vacanza e racconta delle disavventure, alcune delle quali (“volo Volotea cancellato, ripieghiamo su nave Livorno Golfo Aranci, sia all’andata che al ritorno spostamento di orario e cambio di nave, pazienza”) sono purtroppo una consuetudine in questo periodo, ma per un disabile rappresentano un problema molto superiore. Il primo approccio è perfetto: «Incredibile e stupenda l’esperienza dei primi cinque giorni a Maladroxia (Sant’Antioco, ndr), dove opera l 'associazione Le rondini, mai vista e vissuta in vita mia una spiaggia assolutamente a misura di disabile», racconta Antonio.

Le disavventure. Poi cominciano i guai: per la seconda parte del soggiorno è stata scelta Orosei. Le ottime premesse sono state cancellate dalla realtà: «La reception dell’hotel dove avevamo richiesto e prenotato da un mese una camera attrezzata per un disabile, e per cui avevamo ricevuto conferma scritta, ci fa sapere che c’è stata una ristrutturazione e non ci sono camere attrezzate. Con il massimo fastidio ci hanno offerto stanze nelle quali la sedia neanche entrava in bagno e suggerito di accedere al box doccia alto 20 centimetri direttamente con la sedia». Antonio racconta anche le fasi successive: «Molto infastiditi verso le 20 ci hanno liquidato, mandandoci in un’altra struttura, nella quale non vi erano camere disponibili ma dove ci hanno proposto una soluzione non proprio adeguata ma che per stanchezza abbiamo accettato».

E poi c’è il capitolo spiagge, non meno spiacevole: «Avevamo contattato in anticipo la proloco di Orosei chiedendo un elenco di spiagge accessibili e attrezzate. Ma delle 5-6 indicate solo una (Su Barone) è risultata accettabile, con l'aiuto di mia moglie e alcuni amici che mi hanno traghettato dalla fine passerella al mare su sedia job e viceversa. Nelle altre (Sa Curcurica, Su Petrosu, Sa Prama) ho dovuto strisciare a 4 zampe per fare il bagno (passerelle fatiscenti o a 20 metri dal mare e nessuna sedia job o altro), tra l'indignazione dei bagnanti e il comprensibile imbarazzo di mia figlia che ha 8 anni». Digirolamo, poi, sottolinea un aspetto: «Il contrasto tra questo disagio e una natura di rara bellezza, un ambiente naturale unico e un popolo colto e generoso». E quando si domanda se forse non sia meglio starsene a casa, la risposta arriva da sola: «Non ci penso neanche, resto ottimista. Sono convinto che con pochissime risorse si potrebbe donare un piacere enorme ma complicato da comprendere per chi non vive situazioni di disagio».
 

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