La Nuova Sardegna

Mega città metropolitane, sei province e due unioni

di Umberto Aime
Mega città metropolitane, sei province e due unioni

Il testo del nuovo assetto approvato dalla commissione autonomia della Regione. La legge arriverà in aula a settembre, ma nulla cambierà almeno sino al 2021

11 agosto 2020
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CAGLIARI. La mappa delle Province, più due Città metropolitane, è definitiva. La commissione autonomia del Consiglio regionale l’ha approvata a maggioranza: a favore il centrodestra, astenute le opposizioni. Però prima di gennaio non cambierà nulla, neanche se, a settembre, la legge dovesse essere licenziata dall’Aula. Con grande ottimismo, fino al 31 dicembre la gestione rimarrà un’esclusiva degli amministratori straordinari, da confermare o da nominare, mentre chissà se mai ci saranno le elezioni dirette di presidenti e consigli provinciali. Nel frattempo la legge sarà inviata al Consiglio delle autonomie per il parere obbligatorio ma non vincolante.

Lo schema. Le Province saranno sei. Le due storiche, confermate: Nuoro, amministrerà 53 Comuni, e Oristano, 87. Poi ci sono le quattro regionali: Olbia-Tempio, 26 Comuni, Ogliastra, 22, Medio Campidano, 28 e Sulcis-Iglesiente, 23. Su sollecitazione dei territori, almeno così pare, sono state riesumate otto anni dopo il referendum popolare con cui invece erano state depennate, perché considerate uno spreco. Ci saranno, infine, due Città metropolitane. La prima sarà quella di Cagliari, però molto più grande dell’originale: passerà da 17 a 72 Comuni, dopo aver inglobato, in un colpo solo, la posticcia provincia del Sud Sardegna. L’altra sarà Sassari, neonata, che prenderà il posto della Provincia fotocopia: 66 i municipi amministrati. Con in coda l’esperimento delle Unioni dell’Est – Gallura, Nuoro e Ogliastra – e dell’Ovest: Oristano, Sulcis e Medio Campidano.

Il referendum. Gli elettori dei Comuni confinanti entro un mese dall’entrata in vigore della legge potranno scegliere da quale Provincia farsi amministrare. Ma solo se i rispettivi Consigli comunali non dovessero votare all’unanimità l’ente con cui accasarsi. Per ora l’unico trasloco ufficiale è quello di Seulo: passerà dal Sud Sardegna a Nuoro. Ma altri trasferimenti potrebbero esserci presto.

I commenti. Secondo il governatore Christian Solinas «abbiamo restituito voce e competenze ai territori» e «gli effetti positivi del decentramento non saranno solo per le aree urbane ma anche a favore delle comunità dell’interno». Per l’assessore agli enti locali, Quirico Sanna, «daremo, in tempi rapidi, nuove energie e nuovi strumenti di partecipazione democratica». Il presidente della commissione, Pierluigi Saiu della Lega, ha detto: «Dopo aver ascoltato i sindaci, abbiamo esercitato con coraggio l’autonomia che ci riconosce lo Statuto, approvando una riforma equilibrata». Secondo Antonello Peru, gruppo Udc-Cambiamo, è «un primo e straordinario passaggio, perché snellisce e semplifica l’architettura istituzionale e soprattutto restituisce a Sassari quanto le era stato negato in passato: essere una Città metropolitana». Le opposizioni si sono astenute. «Non abbiamo condiviso – scrive Roberto Deriu del Pd – forme e modelli proposti, ma ci siamo comunque impegnati a correggerli per evitare che in aula giungesse un testo al di sotto della decenza».

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