La Nuova Sardegna

Metano, partiti e sindacati all’attacco

Metano, partiti e sindacati all’attacco

Peru (Cambiamo-Udc), Uiltec regionale e Filctem nazionale criticano il Governo

14 settembre 2020
2 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. Rimane accesa la polemica, tutta politica sulla volontà del governo di realizzare un sistema di metanizzazione che non accoglie in toto le richieste della Regione.

Dopo il comunicato dell’assessore all’industria Anita Pili, interviene anche il consigliere regionale Cambiamo!-Udc Antonello Peru. In una nota il consigliere regionale di maggioranza ritiene «il no del Ministero dello sviluppo economico al progetto della dorsale del metano in Sardegna n esempio chiaro ed evidente del fatto che la Sardegna deve essere padrona del proprio destino e non possa sottostare passivamente alle scelte del governo nazionale».

Anche il segretario regionale Uiltec, Pierluogi Loi è preoccupato di uno scontro definito «ideologico». Mentre i nostri vicini di casa mettono in atto idee concrete, in Italia continuiamo a dividerci ideologicamente fra guelfi e ghibellini per qualsiasi parere di prospettiva lasciando che il volere ideologico di pochi possa contrastare processi innovativi e di prospettiva tecnicamente e validamente realizzabili. «Uno degli esempi più lampanti – sostiene Loi – è il trentennale arrivo del metano in Sardegna il quale vede oggi, da una parte, il sindacato la Regione il mondo imprenditoriale e metà della maggioranza del Governo nazionale. Contrari, invece, quella parte di Governo che fa riferimento al Ministero dello Sviluppo economico, che con troppa faciloneria e arroganza non considera il parere univoco di un’isola». Altrettanto forte la presa di posizione di Marco Falcinelli, segretario nazionale della Filctem-Cgil. «La dorsale per il trasporto del gas in Sardegna è un’opera essenziale per lo sviluppo del territorio». Secondo Falcinelli «non esiste alternativa alla necessità di una transizione energetica che passa attraverso l’utilizzo del gas se intendiamo raggiungere gli obbiettivi di decarbonizzazione. Quello che non si comprende – ha concluso Falcinelli – è che continuando ad immaginare uno ‘switch-off’, dalla sera al mattino, del carbone e il passaggio immediato alle fonti rinnovabili non solo si produrrebbero effetti disastrosi sull’economia e sull’occupazione, ma si continuerebbe a fornire facili alibi alle imprese che non vogliono abbandonare il carbone».(g.cen.)

In Primo Piano

Video

25 Aprile, a Cagliari un corteo di 20mila persone sfila per le vie della città

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative